Rapporto sul congedo di paternità e il congedo parentale

Berna, 30.10.2013 - Il Consiglio federale, rispondendo a un postulato, ha adottato un rapporto sulla situazione del congedo di paternità e del congedo parentale e sui diversi modelli esistenti. Il rapporto presenta innanzitutto la situazione attuale in Svizzera e in diversi Stati europei, nonché a livello internazionale e prosegue con l’analisi di otto differenti modelli di congedo di paternità e parentale. Il Consiglio federale ritiene che un tale congedo possa contribuire a una più equa divisione dei ruoli in famiglia. Esso rientra quindi tra le misure che permettono alle giovani famiglie una maggiore conciliabilità tra famiglia e lavoro. L'esecutivo ha inoltre incaricato il DFI di esaminare, entro la metà del 2014, l'introduzione nel diritto federale un disciplinamento che dia diritto ai lavoratori dipendenti di ridurre la propria percentuale di lavoro dopo la nascita di un figlio. Pur non trattandosi di un congedo parentale, un tale provvedimento contribuirebbe ugualmente a migliorare l'equilibrio tra famiglia e lavoro.

Il 6 giugno 2011 la consigliera agli Stati Anita Fetz ha depositato il postulato 11.3492 Congedo parentale e previdenza familiare facoltativi, che incaricava il Consiglio federale di esaminare un modello di congedo parentale finanziato attraverso il risparmio individuale e accompagnato da misure fiscali.

Nel rapporto in adempimento al postulato, il Consiglio federale stila un bilancio della situazione in questo contesto e del diritto vigente in Svizzera, in diversi Stati europei e a livello internazionale. In seguito passa all’analisi di otto differenti modelli di congedo di paternità e di congedo parentale, che fanno riferimento al diritto delle obbligazioni, alla previdenza professionale e individuale o alle indennità di perdita di guadagno. L'ottavo modello è il risultato della combinazione degli altri sette. Per ognuno di questi modelli, il rapporto presenta le caratteristiche principali (durata, beneficiari, prestazioni previste), una valutazione dei costi nonché vantaggi e svantaggi. In conclusione viene fornita una sintesi con un’analisi comparativa sia dei costi degli otto modelli che del loro impatto a differenti livelli.

Il Consiglio federale non ritiene che l’introduzione di un congedo di paternità o parentale abbia la priorità assoluta nell'ambito delle misure di conciliazione tra famiglia e lavoro, poiché, a differenza dell’offerta per la custodia di bambini complementare alla famiglia e alla scuola, i sistemi di congedo riguardano solo un periodo limitato nel tempo e prossimo alla nascita del figlio. Tuttavia, tali sistemi possono contribuire in modo importante a che le madri e i padri possano abituarsi insieme alla nuova situazione subito dopo la nascita e soprattutto a che i padri siano in grado di partecipare intensamente alla vita familiare sin dall’inizio, prendendo parte alla custodia e all’educazione dei figli nonché ai lavori domestici. In tal modo i genitori possono assumere i propri compiti familiari senza per questo essere costretti a rinunciare all’esercizio di un’attività lucrativa. Il congedo di paternità e quello parentale rientrano quindi tra le misure che permettono di migliorare l’equilibrio tra famiglia e lavoro.

Prendendo spunto dal disciplinamento per il personale federale, il DFI dovrà inoltre prendere in esame, entro la metà del 2014, la possibilità di introdurre nel diritto federale un nuovo disciplinamento che dia diritto ai lavoratori dipendenti di ridurre, dopo la nascita di un figlio, la propria percentuale di lavoro fino a un massimo del 20 per cento. Pur non trattandosi di un congedo parentale, un tale provvedimento contribuirebbe ugualmente a migliorare l'equilibrio tra famiglia e lavoro.


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