Immigrazione, disoccupazione e livello salariale costanti

Berna, 28.06.2005 - Rapporto dell’osservatorio: effetti della libera circolazione delle persone sul mercato del lavoro svizzero tra il 01.06.2002 e il 31.12.2004. L’immigrazione in Svizzera è complessivamente diminuita, modificandosi tuttavia a vantaggio di un’immigrazione di persone provenienti dagli Stati dell’Unione europea. Non sono state constatate ripercussioni determinanti sulla disoccupazione e sul livello salariale. La disoccupazione ha subito un andamento corrispondente alla congiuntura, mentre le condizioni dei salari e del lavoro sono rimaste prevalentemente immutate. Questi sono i risultati contenuti nel rapporto dell’osservatorio del Seco, dell’UFM e dell’UST in merito agli effetti della libera circolazione delle persone sul mercato del lavoro svizzero.

Il bilancio dei primi due anni e mezzo successivi all’entrata in vigore, il 01.06.2002, dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone con l’Unione europea è complessivamente positivo. L'immigrazione si è sviluppata entro i limiti previsti e ha seguito i bisogni della piazza economica svizzera. L’immigrazione di persone provenienti dai 15 Stati dell’UE e dai Paesi membri dell’AELS è leggermente aumentata. D’altro lato è stato registrato un numero inferiore di persone provenienti da Stati terzi. Complessivamente l’immigrazione ha subito un calo, ciò che costituisce un sintomo tipico di una fase di debole congiuntura.

Rispetto allo sviluppo economico generale, la domanda di manodopera proveniente dai 15 Stati dell’UE e dai Paesi dell’AELS è stata relativamente elevata. Malgrado la priorità di cui beneficiano i lavoratori indigeni, i contingenti previsti per i dimoranti permanenti sono stati sfruttati interamente, mentre quelli per i dimoranti temporanei lo sono stati soltanto nella misura del 60%. Questo fatto indica che esiste il fabbisogno di un ulteriore ricupero nel reclutamento di lavoratori stranieri e mostra che l’economia svizzera necessita di specialisti stranieri e di manodopera estera qualificata. 

La libera circolazione delle persone non ha avuto un influsso determinante sul tasso di disoccupazione: si è invece rivelata decisiva l’evoluzione congiunturale. I rami economici contraddistinti dall’immigrazione più elevata di manodopera proveniente dall’Unione europea non hanno registrato un andamento della disoccupazione superiore alla media. Dalla metà del 2003 il tasso di disoccupazione è rimasto costante. Dai controlli effettuati nell’ambito delle misure di accompagnamento contro il dumping salariale e sociale risulta che le condizioni di salario e di lavoro sono rimaste prevalentemente immutate. Soltanto per il 2,5% dei rapporti di lavoro controllati si trattava di casi di abusi in materia salariale.


Berna, 28 giugno 2005


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