Dialogo sulla controversia fiscale

Berna, 23.01.2008 - Rappresentanti della Svizzera e della Commissione europea si sono incontrati oggi a Bruxelles per proseguire il dialogo sul giudizio espresso dall'UE su alcune modalità cantonali d'imposizione delle imprese. La seconda tornata del dialogo ha contribuito a chiarire le posizioni delle parti, senza tuttavia giungere a un avvicinamento. Il prossimo incontro si terrà verosimilmente dopo Pasqua.

Anche il secondo colloquio tecnico tra i rappresentanti della Svizzera e dell'Unione europea si è svolto all'insegna dell'apertura. Durante l'incontro, la delegazione svizzera ha ribadito in prima linea la non applicabilità dell'Accordo di libero scambio Svizzera - CEE del 1972 (ALS) alle disposizioni cantonali sull'imposizione delle imprese messe in discussione dall'Unione europea.

La delegazione svizzera si è inoltre opposta all'interpretazione dell'UE secondo cui i regimi d'imposizione in questione comprometterebbero lo scambio commerciale tra la Svizzera e l'UE e falserebbero la concorrenza.

La delegazione svizzera ha infine illustrato ai rappresentanti dell'UE in modo dettagliato il sistema di imposizione applicato alle holding, evidenziando, in particolare, che le entrate derivanti da fonti nazionali e quelle provenienti da fonti estere sono tassate nella stessa misura. La Svizzera ha poi riaffermato il carattere non discriminatorio dei regimi fiscali criticati dall'UE.

I delegati dell'UE, dal canto loro, hanno informato i rappresentanti svizzeri sulle forme d'imposizione delle imprese applicate negli Stati membri e accettate dall'UE.

La delegazione UE era guidata da Matthias Brinkmann, capo dell'unità competente per gli Stati dello SEE e dell'AELS in seno alla Direzione generale Relazioni esterne della Commissione europea, mentre quella svizzera da Alexander Karrer, capo della Divisione delle questioni finanziarie internazionali e della politica monetaria del DFF. Nella delegazione svizzera figura anche un rappresentante dei Cantoni.

Controversia fiscale tra la Svizzera e l'Unione europea

La Commissione europea ritiene che alcune modalità cantonali d'imposizione applicate alle società holding, alle società di gestione e alle società miste siano equiparabili ad aiuti statali e pertanto non siano compatibili con l'Accordo di libero scambio del 1972 (ALS). Con la decisione del 13 febbraio 2007, la Commissione aveva chiesto al Consiglio un mandato che le consentisse di avviare negoziati con la Svizzera. Il Consiglio ha licenziato il mandato il 4 maggio 2007.

Il Consiglio federale ha respinto sin dall'inizio l'interpretazione dell'UE, considerandola immotivata, e ha rifiutato ogni negoziato. La posizione del Consiglio federale si riassume come segue:
- Le disposizioni fiscali contestate dall'UE non rientrano nel campo d'applicazione dell'ALS. L'ALS regola esclusivamente il commercio di determinate merci e non mira ad armonizzare le regole della concorrenza.
- Non essendo membro dell'UE e non aderendo al mercato interno dell'UE, la Svizzera non è tenuta ad applicare né le disposizioni sulla concorrenza ai sensi del Trattato CE - in particolare quelle sugli aiuti statali - né il codice di condotta in materia di tassazione delle imprese, convenuto dagli Stati membri dell'UE (code of conduct).
- Anche se fossero contemplate dall'ALS, le disposizioni fiscali oggetto di critica non costituiscono aiuti, poiché non favoriscono specifiche imprese o branche di produzione, ma si rivolgono a tutti gli attori economici che soddisfano i criteri di legge.
- Le disposizioni non compromettono neppure lo scambio commerciale bilaterale tra la Svizzera e l'UE, poiché le forme di società in questione non esercitano un'attività commerciale in Svizzera o vi esercitano un'attività marginale, i cui introiti sono tassati in via ordinaria.

Il Consiglio federale si è tuttavia dichiarato disposto a intrattenere un dialogo con l'UE su questa problematica. Un primo incontro si è svolto a Berna il 12 novembre 2007.


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Tanja Kocher, capo della comunicazione DFF, tel. 079 703 49 88


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