Conferenza ONU sulla biodiversità a Bonn: migliora la tutela della diversità delle specie

Berna, 30.05.2008 - La nona Conferenza dell’ONU sulla biodiversità, tenutasi a Bonn, ha fornito risultati incoraggianti. Particolarmente importanti sono i progressi realizzati per quanto riguarda l’accesso alle risorse genetiche, i carburanti biogeni e l’inclusione della biodiversità nella tematica del clima. "L’attribuzione di un’importanza vitale alla diversità delle specie è un riconoscimento destinato ad affermarsi", ha detto il direttore dell’UFAM Bruno Oberle a conclusione della Conferenza di Bonn.

Due dei temi centrali della Conferenza di Bonn erano l’accesso alle risorse genetiche naturali e la loro utilizzazione. Le principali questioni procedurali per l’elaborazione di un accordo internazionale sono state chiarite, e sono inoltre state fissate le fasi di lavoro da qui al 2010, anno in cui dovrebbero pertanto concludersi i negoziati. Con la sua industria farmaceutica, la Svizzera è particolarmente interessata a una normativa in questo settore e la sua delegazione si è fortemente impegnata a favore di una soluzione che andasse incontro agli interessi di tutti i Paesi. L’obiettivo dell’accordo è quello di garantire l’accesso dei Paesi industrializzati alle risorse naturali genetiche e di assicurare al contempo un’equa partecipazione dei Paesi in via di sviluppo ai benefici che ne derivano.

Mercoledì 28 maggio 2008, la Svizzera è stata rappresentata a Bonn dal Consigliere federale Moritz Leuenberger. A conclusione della Conferenza, il direttore dell’UFAM Bruno Oberle ha poi condotto i negoziati a livello ministeriale in veste di Sottosegretario di Stato.

Discussione sui carburanti biogeni

Molta attenzione è stata prestata anche alla questione dei carburanti biogeni. Sin dall’inizio, la delegazione svizzera si è impegnata, insieme all’UE e alla Norvegia, per garantire il rispetto della biodiversità nell’ambito della produzione dei carburanti biogeni. In un primo tempo, questo aspetto si è scontrato soprattutto con l’opposizione dei grandi Paesi produttori come la Cina, il Brasile e il Canada. La tematica dei carburanti biogeni e l’elaborazione di strumenti di valutazione per il loro impiego sostenibile sarà oggetto di altre discussioni fino alla prossima Conferenza, che avrà luogo tra due anni.

A livello nazionale la Svizzera già dispone di una normativa che tiene conto anche di criteri ecologici e sociali per le agevolazioni fiscali a favore dei carburanti biogeni. Tali criteri fanno sì che i carburanti che beneficiano di questi incentivi contribuiscano alla protezione del clima, assicurando al contempo che, nell’ambito della produzione, venga prestata attenzione alle condizioni di lavoro e che l’estrazione di detti carburanti non metta in pericolo le basi alimentari della popolazione e la diversità delle specie a livello mondiale.

La diversità delle specie ha bisogno di spazio

Per quanto riguarda il tema dello spazio, di fondamentale importanza per la biodiversità, neanche la Conferenza di Bonn è riuscita a evitare il mancato raggiungimento dell’obiettivo fissato. La comunità internazionale, inclusa la Svizzera, non realizzerà infatti l’obiettivo deciso a Johannesburg nel 2002, secondo cui la perdita di biodiversità avrebbe dovuto essere fermata entro il 2010. Gli sforzi in tal senso vengono tuttavia intensificati a livello mondiale. Per la diversità delle specie c’è bisogno di spazio, ma la maggior parte dei Paesi, Svizzera compresa, non è riuscita a espandere le zone protette fino a raggiungere l’auspicato 10 per cento della superficie totale. Ciò è da ricondurre sia all’errata definizione delle priorità sia, soprattutto per quanto riguarda i Paesi in via di sviluppo, alla mancanza dei mezzi necessari per evitare ad esempio il disboscamento delle foreste tropicali o per creare nuove zone protette. E in quest’ambito anche i Paesi industrializzati hanno le loro responsabilità. La Germania, che ha ospitato la Conferenza, ha annunciato la concessione di un notevole contributo finanziario, mentre la Svizzera sostiene progetti in tal senso in Asia, Africa ed Europa dell’Est. Nel quadro della cooperazione tecnica, la Svizzera ha inoltre deciso di incrementare i mezzi destinati all’aiuto allo sviluppo.

Alberi geneticamente modificati?

Nell’ambito delle discussioni sulla biodiversità nel bosco, la delegazione svizzera, insieme all’UE e alla Norvegia, si è schierata contro l’impiego incontrollato di alberi geneticamente modificati. Paesi come il Brasile e la Cina hanno invece auspicato una maggiore diffusione di queste piante in quanto crescono più rapidamente, assorbono più CO2 e producono più cellulosa. Nella notte tra giovedì e venerdì, grazie alla mediazione della Svizzera si è giunti a un compromesso fondato sul principio di prevenzione. Ai Paesi si raccomanda in particolare di autorizzare tali “alberi OGM” soltanto se la loro innocuità è stata provata da un’apposita analisi dei rischi. Gli Stati partner riconoscono inoltre il diritto di vietare l’utilizzo di questi alberi nel quadro delle relative legislazioni nazionali.

Biodiversità e cambiamenti climatici

La delegazione svizzera si è inoltre impegnata a favore di una maggiore considerazione della diversità delle specie nelle future normative riguardanti il clima. L’obiettivo è quello di far sì che, nell’ambito dei progetti di rimboschimento, volti a favorire l’immagazzinamento della maggiore quantità possibile di CO2, venga prestata sufficiente attenzione alla conservazione della diversità delle specie.

Biodiversità come questione vitale

Il 29 maggio 2008 sono stati presentati, nel corso della Conferenza, i primi risultati di un rapporto dell’economista Pavan Sukhdev della Deutsche Bank sull’importanza economica della biodiversità. Questa pubblicazione, come il rapporto Stern nel settore del clima, quantifica i benefici apportati dalla biodiversità a livello mondiale entro la data della prossima Conferenza, che si terrà nel 2010 a Nagoya, in Giappone. Secondo Sukhdev, la perdita di ecosistemi causerà un calo della crescita mondiale pari al sei per cento del prodotto sociale lordo entro il 2050. “La conservazione della diversità delle specie riveste oggi un’importanza vitale. La sua perdita colpisce innanzitutto i più poveri del mondo, ma non risparmia neanche la Svizzera. Dobbiamo riuscire a mostrare gli enormi vantaggi economici forniti dalla biodiversità”, ha affermato Bruno Oberle a conclusione della Conferenza di Bonn.


Indirizzo cui rivolgere domande

Informazioni ai media:
Thomas Göttin, capo della divisione Comunicazione, Ufficio federale dell’ambiente UFAM,
tel. 079 592 49 34



Pubblicato da

Ufficio federale dell'ambiente UFAM
https://www.bafu.admin.ch/it

https://www.admin.ch/content/gov/it/start/dokumentation/medienmitteilungen.msg-id-19091.html