Bilaterali I Svizzera - UE : Bilancio intermedio positivo

Berna, 03.11.2008 - Lunedì le autorità federali hanno presentato un bilancio intermedio positivo sugli effetti prodotti dagli Accordi bilaterali I tra Svizzera e UE sull’economia. Michael Ambühl, Segretario di Stato al Dipartimento federale degli affari esteri DFAE, e Jean-Daniel Gerber, Segretario di Stato e direttore della Segreteria di Stato dell’economia SECO del Dipartimento federale dell’economia, hanno presentato i risultati di una serie di analisi condotte sugli Accordi bilaterali I.

Il bilancio economico intermedio è stato pubblicato a sei anni dall'entrata in vigore degli Accordi bilaterali I e in previsione della votazione sul proseguimento e sull'estensione della libera circolazione delle persone, fissata per l'8 febbraio 2009. Poiché la libera circolazione delle persone è giuridicamente vincolata ai restanti sei accordi che compongono il pacchetto "Bilaterali I", i cittadini svizzeri saranno chiamati a esprimere il loro parere sul proseguimento dell'intero pacchetto.

Dalle analisi si evince un risultato sostanzialmente positivo: gli Accordi bilaterali I tra Svizzera e UE creano condizioni quadro vantaggiose per le relazioni tra la Svizzera e il suo partner economico di gran lunga più importante, l'Unione Europea, e contribuiscono al rafforzamento della piazza economica elvetica. Grazie agli accordi, infatti, le imprese svizzere beneficiano oggi di migliori condizioni a livello di concorrenza internazionale e nel territorio svizzero sono stati creati e assicurati benessere e nuovi posti di lavoro. "In tempi di sviluppo economico incerto - hanno ribadito i due Segretari di Stato - condizioni quadro così stabili ed efficaci sono di estrema importanza".

Nella sua analisi politica il Segretario di Stato Ambühl ha sottolineato la portata del successo finora riscosso dalla politica di difesa degli interessi svizzeri condotta per via bilaterale, fugando i timori espressi dai critici, relativi a un probabile aumento della disoccupazione o a una valanga di mezzi pesanti. Al contrario, infatti, negli ultimi anni il tasso di disoccupazione è diminuito di circa un terzo per ragioni congiunturali e l'indice di crescita del traffico di mezzi pesanti in transito sulle Alpi è stato significativamente ridotto grazie a provvedimenti normativi previsti nell'Accordo sui trasporti terrestri.

"Motore di crescita"
Il Segretario di Stato Jean-Daniel Gerber ha completato la presentazione del bilancio economico citando le nuove opportunità commerciali sul mercato europeo, costituito da 490 milioni di consumatori, offerte dagli accordi agli imprenditori svizzeri, nonché le evidenti possibilità di risparmio, che rendono i prodotti svizzeri ancora più competitivi. Viceversa, sul piano interno la pressione competitiva si è fatta più forte, il che ha portato a una riduzione dei prezzi e a una gamma di offerte più ampia per i consumatori, vantaggi che sono andati anche a beneficio delle imprese che producono nel nostro paese. L'accresciuta concorrenza ha portato inoltre a margini di produttività più ampi, che sono alla base di un effettivo aumento salariale.

Secondo il Segretario di Stato Jean-Daniel Gerber, gli accordi si sono rivelati un vero motore di crescita per l'economia svizzera, in particolare grazie alla libera circolazione delle persone, che ha fatto registrare un aumento del prodotto interno lordo di almeno 1 punto percentuale (ovvero 4-5 miliardi di franchi). Inoltre, la forte crescita dell'occupazione registrata negli ultimi anni non sarebbe stata possibile senza l'apertura del mercato del lavoro: dal 2005 a oggi sono stati infatti creati 250 000 nuovi posti di lavoro.

Accesso al mercato
Di estrema importanza si è rivelato anche l'Accordo sull'eliminazione degli ostacoli tecnici agli scambi nel settore dei beni industriali, che ha permesso agli esportatori svizzeri attivi nel settore di beneficiare di una riduzione dei costi dello 0,5%-1% del valore del prodotto, corrispondente a una cifra annua compresa tra i 250 e i 500 milioni di franchi. Nel settore agricolo, infine, le esportazioni dirette verso i paesi UE sono raddoppiate fino a toccare quota 4,6 miliardi di franchi grazie all'Accordo sull'agricoltura.

Per quanto riguarda la cooperazione in materia di ricerca, la Svizzera si è consolidata come beneficiaria al netto (ovvero, nelle casse svizzere sono rientrati più fondi di quanti stanziati per la partecipazione al programma). La partecipazione a tale programma ha inoltre costituito un fattore determinante per il polo tecnologico e innovativo svizzero: un quarto degli incentivi rifluiti in Svizzera è andato direttamente a favore delle imprese, e in particolare delle PMI. L'Accordo sugli appalti pubblici ha permesso un accesso decisamente indiscriminato dei fornitori svizzeri al mercato degli appalti europeo, con un volume pari a 1500 miliardi di euro.

Con l'accordo sul trasporto aereo, inoltre, la navigazione aerea in Svizzera ha avuto accesso indiscriminato al mercato europeo liberalizzato, migliorando i collegamenti tra la Svizzera e le principali destinazioni europee e quindi incrementando l'accessibilità della piazza economica locale.

Le analisi mostrano anche aspetti su cui sono possibili margini di miglioramento: per esempio il potenziale intrinseco degli appalti pubblici potrebbe essere sfruttato meglio dai mandatari interessati e si potrebbero ridurre gli ostacoli burocratici. Per quanto riguarda i prodotti agricoli, invece, si potrebbe procedere all'eliminazione di ulteriori ostacoli all'accesso al mercato e si dovrebbero includere altre categorie di prodotti nell'accordo relativo al reciproco riconoscimento della certificazione dei prodotti.

Gli Accordi bilaterali I
I sette Accordi bilaterali I tra Svizzera e UE furono sottoscritti nel 1999, approvati dal popolo svizzero nel 2000 con il 67% di voti favorevoli ed entrarono in vigore il 1° giugno 2002 per una durata iniziale di sette anni. Tali accordi sono essenzialmente volti a una migliore apertura dei mercati.

Libera circolazione delle persone: l'accesso al mercato del lavoro è stato progressivamente facilitato cosî come la migrazione. Dallo scadere del periodo di transizione i cittadini svizzeri e quelli europei hanno il diritto di stabilirsi ed esercitare un'attività lucrativa all'interno degli stati contraenti, a patto che dispongano di un contratto di lavoro valido o siano liberi professionisti oppure dispongano di mezzi di sussistenza sufficienti e di un'assicurazione contro le malattie.

Ostacoli tecnici agli scambi (MRA): le procedure per la commercializzazione dei prodotti industriali sono state snellite. La valutazione della conformità, ovvero la procedura che certifica il rispetto delle prescrizioni previste sul mercato europeo e svizzero da parte di un dato prodotto, spetta ora solo al singolo ente di certificazione competente in Svizzera o in UE.

Appalti pubblici: conformemente alle disposizioni dell'OMC, l'obbligo di bandire gare d'appalto per la fornitura di materiale e la costruzione di opere edili è esteso a comuni e distretti, ad aziende pubbliche e private attive in determinati settori (ad es. le compagnie ferroviarie e di approvvigionamento energetico).

Agricoltura: il commercio di alcune categorie di prodotti agricoli è stato facilitato (formaggi e derivati del latte), grazie all'eliminazione di tariffe doganali e grazie all'equiparazione delle disposizioni in materia di medicina veterinaria, orticoltura e agricoltura biologica.

Trasporti terrestri: i mercati dei trasporti stradali e ferroviari sono stati progressivamente liberalizzati e la politica svizzera relativa al trasferimento del trasporto di merci da gomma a rotaia è stata approvata a livello europeo; l'Unione Europea ha inoltre approvato il graduale innalzamento della TTPCP a 325 franchi per la tratta di riferimento Basilea-Chiasso (a partire dal 2008), mentre la Svizzera (già dal 2005) aveva accettato l'aumento progressivo del limite di peso per gli automezzi pesanti fino a un massimo di 40t.

Trasporto aereo: l'accordo assicura alle compagnie aeree un progressivo diritto di accesso ai rispettivi mercati del trasporto aereo.

Ricerca: i ricercatori e le imprese svizzere hanno gli stessi diritti dei loro partner europei di partecipare ai programmi quadro di ricerca dell'Unione Europea.

Dati economici di riferimento tra Svizzera e UE
Con l'allargamento dell'UE a Bulgaria e Romania, il mercato interno europeo ha raggiunto quota 490 milioni di cittadini. Un terzo del capitale svizzero proviene dagli scambi commerciali con l'UE. Gli scambi economici (di merci e servizi) tra Svizzera e Unione Europea superano il miliardo di franchi al giorno.

Circa i due terzi delle esportazioni svizzere sono destinate ai paesi della zona euro (circa 124 miliardi di franchi nel 2007), mentre un quinto delle importazioni (circa 150 miliardi di franchi nel 2007) proviene dall'UE. 

Oltre il 70% degli investimenti diretti stranieri in Svizzera ha origine nei paesi europei (circa 193 miliardi di franchi nel 2006), mentre la Svizzera colloca nell'UE oltre il 40% dei suoi investimenti diretti all'estero (circa 261 miliardi di franchi nel 2006).

I dati del mese di agosto rivelano che più di 400 000 cittadini svizzeri vivono e lavorano nei paesi membri dell'Unione Europea, mentre sono 1 007 000 i cittadini europei che risiedono nella Confederazione. Tra i dati che dimostrano il fitto scambio quotidiano tra i due partner figurano anche le 700 000 persone, le 300 000 auto e i 23 000 mezzi pesanti che ogni giorno attraversano il confine svizzero in entrambe le direzioni.


Indirizzo cui rivolgere domande

Adrian Sollberger, Ufficio dell'integrazione DFAE/DFE, tel. 031 322 26 40

Le analisi relative agli effetti prodotti dagli Accordi bilaterali I sull’economia sono pubblicate sul numero di novembre della rivista della SECO/DFE “Die Volkswirtschaft/La Vie économique” www.dievolkswirtschaft.ch



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