Sicurezza 2010: tendenze d’opinione in materia di politica estera, di sicurezza e di difesa

Berna, 28.05.2010 - La grande maggioranza della popolazione svizzera ritiene che l’esercito sia necessario. La fiducia nell’esercito è nuovamente aumentata dopo il calo registrato l’anno scorso, ma resta ancora leggermente al di sotto della media degli ultimi anni. La carriera di milizia ottiene una valutazione nettamente migliore rispetto a quella del 2005. In generale, la fiducia nelle autorità e nelle istituzioni è cresciuta, anche se quest’anno si è registrato un calo della fiducia nei confronti del Consiglio federale e del Parlamento. Nel 2010 la maggioranza della popolazione si sente sicura e guarda al futuro con ottimismo, seppure in maniera meno accentuata rispetto al 2009. Questi sono i risultati della serie di studi in materia di sicurezza condotti quest’anno dall’Accademia militare presso il Politecnico federale di Zurigo e dal Center for Security Studies del PFZ.

Esercito: di nuovo più fiducia e sostegno
Il 74 per cento delle cittadine e dei cittadini svizzeri considera l’esercito necessario e il 71 per cento vorrebbe un esercito ben equipaggiato e ben istruito. Quasi un interpellato su due ritiene tuttavia che le dimensioni dell’esercito siano ancora eccessive (46%). Come nel 2009, anche quest’anno il sostegno della popolazione all’esercito in relazione al budget della Difesa è risultato superiore a quello degli anni precedenti.  Il 50 per cento degli interpellati vorrebbe che le spese per la difesa rimanessero sui livelli attuali, mentre il 22 per cento si dichiara favorevole a un aumento del budget della Difesa e un altro 22 per cento ne auspica la riduzione. La fiducia nell’esercito è nuovamente aumentata (+ 0.2) dopo il calo registrato l’anno scorso, ma resta ancora leggermente al di sotto della media degli anni precedenti. Il valore di prestigio sociale attribuito alla carriera di milizia è diminuito se si considera la tendenza a lungo termine, ma nel 2010 ha in generale ottenuto una migliore valutazione (63%, +11% rispetto al 2005). I sostenitori di un esercito di milizia e coloro che invece sono favorevoli a un esercito di professione si suddividono in due schieramenti più o meno equivalenti, sebbene il modello di milizia raccolga un consenso maggiore (il 50% contro il 44%). Il 45 per cento si dichiara favorevole all’abolizione dell’obbligo militare. In sintesi: sì all’esercito, ma la popolazione resta divisa sull’entità e sulla struttura di quest’ultimo.

Servizio civile
Oggi il servizio civile viene accolto molto favorevolmente. L’opinione generale è che ognuno debba poter decidere se prestare o meno il servizio civile (72%). È tuttavia anche chiaro che l’incorporazione nel servizio civile deve essere legata a motivi di coscienza (59%).

Impieghi all’estero
C’è ancora scetticismo nei confronti degli impieghi all’estero, i cui sostenitori raggiungono la maggioranza (56%). Inoltre, la popolazione svizzera risulta divisa per quanto riguarda l’entità, l’uso delle armi, la conformità al principio di neutralità e la solidarietà internazionale degli impieghi all’estero dell’Esercito svizzero.
Neutralità
La popolazione svizzera resta come sempre fedele al principio della “neutralità”. In questo caso il consenso raggiunge anche nel 2010 il valore record del 93 per cento (±0%), come era accaduto anche nei due anni precedenti. Giudizi particolarmente favorevoli vengono inoltre espressi nei confronti delle funzioni di solidarietà e di identità della neutralità (rispettivamente il 93% e l’81%). Ciononostante, nel 2010 la neutralità è giudicata in modo leggermente più critico rispetto al 2009 per via del minor numero di persone (59%, -6%) che credono in un effetto della neutralità stessa sulla politica di sicurezza, opinione che invece era particolarmente diffusa nel 2009. Nel contempo si è invece intensificata la percezione che la sicurezza nazionale venga sempre più determinata da altri Stati (59%, +7%).

Sensazione di sicurezza
Nel confronto con gli anni precedenti, la sicurezza personale (88%) e il futuro della Svizzera (69%) vengono percepiti con particolare sicurezza e ottimismo, sebbene si registri un lieve calo rispetto al 2009. Diminuisce invece la fiducia nel futuro prossimo del pianeta (8%, -5%). Una persona su due crede che, in futuro, la situazione mondiale non cambierà rispetto a quella attuale (48%).

Fiducia nelle istituzioni
In generale, le cittadine e i cittadini svizzeri si fidano delle loro istituzioni: livello di fiducia elevato nei confronti della polizia (7.2 su una scala da 1, «nessuna fiducia», a 10, «piena fiducia») e della giustizia (6.9), medio nei confronti dell’economia (6.4), dell’esercito (6.1) e delle autorità federali (5.9), scarso nei confronti dei media (4.9) e dei partiti (5.1). Fatta eccezione per il Consiglio federale e il Parlamento, è di nuovo aumentata la fiducia nei confronti di tutte le altre istituzioni. Un netto calo della fiducia rispetto allo scorso anno è invece stato registrato soprattutto nei confronti del Consiglio federale (-0.6) e, in misura leggermente minore, del Parlamento (-0.3).

Autonomismo e disponibilità all’apertura
Nel 2010 le cittadine e i cittadini svizzeri si dichiarano disponibili all’apertura pur continuando ad auspicare la massima autonomia nazionale: il percorso bilaterale con l’UE continua a godere dell’approvazione della maggior parte della popolazione (72%), mentre rimane costante lo scetticismo, ampiamente diffuso, nei confronti di un avvicinamento politico all’UE (50%) e alla NATO (40%). Pertanto, un’eventuale adesione all’UE (31%) o alla NATO (21%) riscontra ancora un consenso limitato. Infine, la maggioranza (62%) continua a dichiararsi favorevole a una cooperazione internazionale senza vincoli istituzionali che limitino la sovranità.

Il rilevamento di dati è stato effettuato telefonicamente dal 12 gennaio all’11 febbraio 2010 coinvolgendo 1200 tra cittadine e cittadini svizzeri con diritto di voto provenienti da tutte le regioni linguistiche della Svizzera. Il margine d’errore statistico sul campione di ±3 per cento.


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