Il Capo del DFGP alla riunione informale dei ministri di giustizia e dell’interno a Sopot

Berna, 18.07.2011 - Oggi la consigliera federale Simonetta Sommaruga ha partecipato all’incontro informale dei ministri di giustizia e dell’interno dell’Unione europea, incentrato sulle conseguenze che le sfide migratorie correlate alle rivolte in Africa settentrionale produrranno per la cooperazione di Schengen e Dublino. La riunione tenutasi a Sopot, in riva al Mar Baltico, su invito della presidenza polacca dell’UE, ha permesso colloqui preziosi con vari omologhi.

La Svizzera era rappresentata dalla consigliera federale Simonetta Sommaruga, capo del Dipartimento federale di giustizia e polizia, da Karin Keller-Sutter, presidente della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali di giustizia e polizia, e dall'ambasciatore Jacques de Watteville, capo della Missione della Svizzera presso l'Unione europea.

Sistema europeo comune di asilo

I ministri hanno discusso lo stato di avanzamento del Sistema europeo comune di asilo, che mira a uniformare le procedure di esame delle domande di asilo, gli standard in materia di alloggio e i criteri di concessione dell'asilo. Si tratta di una cooperazione interna all'Unione europea, che non impegna la Svizzera.

Tuttavia, in veste di Paese associato all'accordo di Dublino, la Svizzera sostiene gli sforzi profusi dagli Stati membri dell'Unione europea per allineare le loro prassi in materia di asilo. Una politica europea uniforme rende più efficace il sistema europeo di asilo, il che è anche nell'interesse della Svizzera, chiamata a gestire un numero sostanzioso di domande di asilo. I Cantoni condividono tale modo di procedere, in quanto una prassi uniforme nel settore dell'asilo dovrebbe rendere più prevedibili le decisioni in materia.

Uno strumento per attuare tale politica è l'Ufficio europeo di sostegno per l'asilo (UESA). Il 6 luglio scorso, il Consiglio federale ha deciso di intavolare trattative con l'Unione europea per ottenere lo statuto di osservatore in seno a tale ufficio, con riserva dell'approvazione delle Commissioni della politica estera del Parlamento.

I ministri hanno poi vagliato varie misure volte a rafforzare la collaborazione nell'ambito di Schengen e Dublino, finiti sotto pressione in seguito al numero crescente di migranti e di domande provenienti dall'Africa settentrionale. Sono stati discussi gli insegnamenti da trarre dagli eventi. Quali misure entrano in linea di conto il potenziamento dei controlli alle frontiere esterne, la possibilità di ripristinare temporaneamente i controlli alle frontiere interne - purché siano soddisfatte severe condizioni - nonché il sostegno da fornire agli Stati più colpiti. La Svizzera, d'accordo con i Cantoni, è favorevole alla proposta di consentire alle autorità inquirenti di accedere alla banca dati EURODAC.

La consigliera federale Simonetta Sommaruga ha evidenziato che la Svizzera sostiene le misure finalizzate a rendere la cooperazione più credibile, accettata, efficiente e affidabile. Sospendere temporaneamente la cooperazione Dublino - una delle misure ipotizzate - potrebbe tuttavia minare tale obiettivo e andrebbe comunque fatto nei soli casi di emergenza. Occorrerebbe piuttosto mostrarsi solidali con i Paesi interessati e sviluppare meccanismi efficaci per rinviare nei Paesi di provenienza i lavoratori migranti. Andrebbe altresì considerata l'eventuale ripartizione degli oneri tra gli Stati Schengen. È comunque indispensabile la netta differenziazione tra lavoratori migranti e persone bisognose di protezione.

I ministri hanno altresì discusso il cosiddetto «Smart Border Package». Il sistema di controllo intelligente si propone di rendere più fluido il passaggio delle frontiere esterne di Schengen per determinati viaggiatori regolari, assicurando nel contempo un controllo e una sicurezza massimi. L'idea consiste in particolare nell'utilizzare le nuove tecnologie informatiche per garantire che chiunque entri nello spazio Schengen ne esca al più tardi alla fine del periodo di soggiorno autorizzato.


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