I laghi svizzeri non devono rimanere dei buchi neri

Dübendorf, 01.09.2011 - Un team internazionale di ricercatori, sotto la guida dell'Eawag, Istituto per la Ricerca sulle Acque, e del Museo di Storia Naturale di Berna, si è messo a studiare a fondo (nel vero senso della parola) i laghi dell'arco alpino. Procedendo sistematicamente, come mai si era fatto finora, il «Projet Lac» ha lo scopo di compilare scientificamente un inventario del patrimonio ittico. Già i primi studi – nel Lago di Morat – hanno fornito risultati che non si potevano ricavare dalle statistiche dei pescatori utilizzate finora.

In base alla legge federale sulla pesca, la distribuzione delle diverse specie di pesci in Svizzera deve essere accertata e documentata con precisione. Anche la Direttiva quadro sulle acque dell'UE contiene una prescrizione analoga. Gli esperti sarebbero tenuti a compilare statistiche dalle quali si possa evincere quali specie sono particolarmente minacciate e quindi necessitano di protezione, anche se di fatto si sa ben poco delle specie che vivono nei maggiori laghi europei. Il più delle volte gli unici dati disponibili sono le statistiche sulla pesca. Si sa quali specie e quanti pesci vengono pescati e quanti ne vengono immessi, ma la varietà effettiva è sconosciuta.

Sapere di più sul divenire e la scomparsa delle specie


Il progetto è stato lanciato già nel 2010, Anno Internazionale della Biodiversità. Con questo programma l'Eawag e il Museo di Storia Naturale di Berna intendono far luce sulle oscure profondità dei laghi. Con una pesca sistematica nei maggiori laghi si determinano le specie trovate, se ne misurano e fotografano gli esemplari e si analizzano statisticamente le cifre dei pesci catturati. «In questo modo per la prima volta abbiamo modo di stabilire quanto elevata sia ancora effettivamente la biodiversità ittica nei laghi», spiega il responsabile del «Projet Lac», il Prof. Ole Seehausen dell'Eawag e dell'Istituto di Ecologia ed Evoluzione dell'Università di Berna. «Inoltre con questo progetto vogliamo scoprire perché la varietà e la composizione delle specie cambi talvolta moltissimo da un lago all'altro e quali siano i motivi ecologici che portano all'apparizione o alla scomparsa di alcune specie». Al progetto partecipano specialisti di diversi paesi limitrofi, perché in ultima analisi non si tratta solo dei risultati scientifici, ma anche di conservare per il futuro il patrimonio ittico dei laghi della regione alpina. Inoltre il Museo di Storia Naturale di Berna sta realizzando una vasta collezione di pesci e campioni di tessuti che servirà come base di riferimento internazionale per i futuri lavori di ricerca.


La nuda verità dei risultati del Lago di Morat


Finora si è pescato nei tre laghi di Morat, Annecy e Bourget (questi ultimi due in Francia). Sono stati inventariati oltre 8000 pesci e 29 specie. I risultati del Lago di Morat rivelano che è scomparso oltre un terzo delle specie ittiche descritte da J. Gugelhard nel 1840. Nel lago gli habitat strutturati, e quindi importanti per i pesci, sono diminuiti del 30%. Inoltre oggigiorno quasi il 30% delle rive sono artificiali ed edificate. Infine a partire da 20 m di profondità manca l'ossigeno che permetterebbe la sopravvivenza delle specie di pesci che hanno bisogno di acque più profonde.


Allo stesso tempo sono state trovate specie che finora nel Lago di Morat erano sconosciute: scardole, che morfologicamente appartengono alla specie italiana (Scardinius hesperidicus), e cobiti, anch'esse morfologicamente appartenenti alla specie italiana (Cobitis bilineata). Inoltre è stata catturata per la prima volta una carpa di Prussia (Carassius gibelio). Questi primi rilevamenti della fauna ittica mostrano come la pesca professionale e sportiva abbia un effetto selettivo sulla composizione delle specie presenti nel lago. Infatti i pescatori prendono lucioperche, lucci e siluri in proporzione superiore alla loro presenza relativa. Altri pesci, come i Ciprinidi o le specie piccole, praticamente non vengono pescati. Questo influisce notevolmente sulle strutture di età delle popolazioni nel lago. Per esempio del lucioperca, che viene pescato molto, si trovano molti esemplari giovani e relativamente pochi adulti. Dal rilevamento standardizzato della fauna ittica risulta perciò un quadro differente da quello fornito dalle cifre sulla pesca raccolte dal Cantone.


Impiego ottimale dei mezzi per le misure di rivalutazione


Il Prof. Seehausen è convinto che i dati ricavati dal progetto, del costo totale di circa 2,4 milioni di franchi, possano servire a proteggere la biodiversità ittica: «i nostri risultati forniranno per esempio indicazioni su come vadano eseguite le rivitalizzazioni delle sponde o la rivalutazione dei bassifondi, al fine di avere le massime probabilità di successo». I responsabili del progetto sperano che oltre ai laghi sotto indicati (v. riquadro), in Svizzera si possano inventariare anche altri grossi laghi. Alcuni sono già in fase di pianificazione.

Possibilità di realizzare un reportage
Al «Projet Lac» (2010-2013) partecipano, oltre all'Eawag, all'Università di Berna e al Museo di Storia Naturale di Berna, anche numerosi altri partner, fra i quali l'Università di Besançon (F), l'INRA (Istituto Nazionale di Ricerca Agronomica, Thonon-les-Bains, F), i Cantoni VD, GE, VS, NE, FR, TI, l'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) e diversi servizi della pubblica amministrazione di Francia e Italia settentrionale.
I giornalisti che desiderano realizzare un reportage hanno la possibilità di assistere a una delle seguenti pesche di rilevamento:
- Lago di Joux e Lago di Brenets (VD) 6 - 8 settembre
- Lago di Brienz (BE) 13 - 15 settembre
- Lago di Chalain (Francia, Giura) 20 - 22 settembre
- Lago di Neuchâtel (NE/VD/FR) 4 - 6 e 11 - 13 ottobre
- Lago di Lugano (TI) 18 - 20 ottobre
Gli interessati sono pregati di mettersi in contatto con gli indirizzi seguenti: Tedesco: pascal.vonlanthen@eawag.ch; 058 765 21 61; 078 835 73 71
Francese/Italiano: guy.periat@eawag.ch; 058 765 21 64; 078 743 48 00
Realizzazione della collezione del Museo di Storia Naturale: stefan.hertwig@nmbe.ch; 031 350 72 80


Indirizzo cui rivolgere domande

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Eawag: L'Istituto per la Ricerca sulle Acque nel Settore dei Politecnici Federali
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