Integrazione professionale: l'AI stila un bilancio intermedio complessivamente positivo

Berna, 18.08.2014 - Con la 4a e la 5a revisione della legge federale sull'assicurazione invalidità (AI), l'effettivo delle rendite d'invalidità è diminuito molto di più del previsto; per contro, gli effetti della revisione AI 6a sono stati sopravvalutati. È questo il bilancio intermedio stilato dall'Ufficio federale delle assicurazioni sociali a due anni dall'entrata in vigore della revisione AI 6a. Nel complesso, l'AI si sta trasformando con successo da un'assicurazione di rendite a un'assicurazione per l'integrazione e il suo risanamento procede bene. Inoltre, la sua attività d'integrazione migliora costantemente.

L'obiettivo primario dell'assicurazione invalidità è garantire la capacità lavorativa degli assicurati ed è in questo senso che, con la 4a e la 5a revisione, l'AI ha avviato con successo il suo riorientamento. Nell'arco di dieci anni il numero delle nuove rendite concesse annualmente si è dimezzato, da otto anni il numero delle rendite correnti è in calo, mentre l'AI attua di anno in anno un numero sempre più elevato di provvedimenti d'integrazione.

Nel 2012 è entrata in vigore la revisione AI 6a, che si prefigge tra l'altro di ridurre ulteriormente l'effettivo delle rendite mirando in particolare a reintegrare nel mondo del lavoro una parte degli assicurati che beneficiano già di una rendita o ad aumentare il loro grado d'occupazione.

A due anni dall'entrata in vigore della revisione 6a, un primo bilancio intermedio mostra un risultato tutto sommato positivo per l'attività d'integrazione dell'AI e l'andamento dell'effettivo delle rendite alla fine del 2013. Con la 4a e la 5a revisione, l'effettivo delle rendite è diminuito molto di più di quanto ipotizzato nel 2009, quando è stato redatto il messaggio sulla revisione AI 6a. Concretamente, il numero delle rendite correnti (ponderate) è sceso di oltre 12 000 unità, ossia il valore stimato per il 2016, già alla fine del 2013.

Lo sgravio derivante dalla revisione AI 6a è nettamente inferiore alle attese

Per contro, la revisione AI 6a non ha finora prodotto gli effetti di sgravio supplementari attesi. Dall'analisi degli anni 2012 e 2013 emerge che le stime approssimative effettuate nel 2009 in termini di potenziale di sgravio erano troppo elevate.

Da un lato, il maggiore impegno profuso per reintegrare i beneficiari di rendite AI con il potenziale necessario non è finora bastato per far diminuire l'effettivo delle rendite nella misura prevista. Tuttavia, non è da escludere che occorra più tempo prima che i provvedimenti d'integrazione avviati diano risultati. Inoltre, non è possibile quantificare con precisione gli effetti di questo maggiore impegno dell'AI, poiché non li si può distinguere inequivocabilmente da quelli della normale attività d'integrazione.

Dall'altro lato, l'impegno mirato per la reintegrazione dei beneficiari di rendite con determinati quadri patologici non oggettivabili (p. es. certe sindromi dolorose e disturbi dovuti a malessere e affaticamento) ha fatto diminuire l'effettivo delle rendite ponderate solo di 500 unità, a fronte delle 4500 ipotizzate nel 2009. Nella maggior parte dei casi, dal riesame delle rendite è risultato che la riscossione delle rendite era giustificata da nuove diagnosi concernenti la situazione di salute attuale dell'assicurato.

Il bilancio intermedio mostra anche che l'AI fa largo uso dei provvedimenti d'integrazione ampliati con la revisione 6a: se nel 2011 erano circa 2800 i beneficiari di rendita cui era stato concesso un provvedimento d'integrazione professionale, nel 2013 il loro numero è salito a circa 3400.

In base ai dati attuali, il risanamento dell'AI è sulla buona strada

Nel complesso, le ripercussioni finanziarie delle tre revisioni dell'AI sono positive. In base alle previsioni attuali, l'assicurazione è sulla buona strada per raggiungere il suo obiettivo di risanamento (colmare il deficit ed estinguere il debito miliardario) secondo le proiezioni del messaggio sulla revisione 6a, e questo anche senza il finanziamento aggiuntivo tramite l'IVA, che scadrà alla fine del 2017.

L'attività d'integrazione dell'AI migliora costantemente
L'Ufficio federale delle assicurazioni sociali e l'AI si adoperano costantemente per migliorare l'attività d'integrazione, tra l'altro valutando modelli promettenti e promuovendo la collaborazione tra i vari attori del settore. In questo contesto, sono stati pubblicati i rapporti finali dei due progetti pilota «Ingeus» e «ConCerto» nonché i risultati di un sondaggio rappresentativo svolto presso i datori di lavoro per conoscere la loro opinione sull'AI e sui suoi strumenti d'integrazione e per valutare la loro disponibilità ad impegnarsi per l'integrazione professionale di persone con problemi di salute.

Progetto pilota di Ingeus
Questo progetto pilota si prefiggeva di determinare in che misura gli assicurati che beneficiano già da diversi anni di una rendita AI possono trovare e mantenere, anche nel lungo periodo, un impiego nell'economia privata grazie ad un coaching semplice, intensivo e orientato al mercato del lavoro nonché a un'assistenza prolungata. Ponendo l'accento sui beneficiari di rendite AI, Ingeus persegue uno degli obiettivi della revisione 6a. La valutazione mostra che il coaching mirato è un approccio promettente in particolare per le persone con un'infermità fisica al fine di promuoverne la reintegrazione professionale; sarebbe comunque possibile estendere questo approccio ad altri gruppi target. La valutazione prosegue e gli uffici AI continuano a poter disporre del coaching di Ingeus.

Progetto pilota «Concerto»
«ConCerto» è un modello per ottimizzare la collaborazione tra datori di lavoro, uffici AI, casse pensioni, assicuratori d'indennità giornaliera in caso di malattia e assicuratori contro gli infortuni. Esso prevede processi e punti di contatto ben determinati, nonché una chiara definizione delle responsabilità e della ripartizione dei compiti, dei canali di comunicazione e dei termini da rispettare. Dalla valutazione emerge che «ConCerto» è idoneo per raggiungere l'obiettivo di una reintegrazione rapida e quindi più riuscita. Il modello è particolarmente adatto per le grandi imprese. Per il suo ulteriore sviluppo e la sua attuazione nella prassi, occorre adeguarlo in modo tale che anche le PMI possano riprenderlo più facilmente e che altri partner importanti (come i medici curanti) siano coinvolti tempestivamente nel processo.

Datori di lavoro e uffici AI devono mantenere e rafforzare il loro impegno
Affinché l'attività dell'AI culmini in un'assunzione nel mercato del lavoro primario, occorrono datori di lavoro disposti all'integrazione. Un sondaggio svolto nel 2014 presso un campione ampiamente rappresentativo di datori di lavoro mostra che restano moltissimi quelli disposti a continuare a impiegare o assumere persone con problemi di salute. Rispetto al sondaggio del 2012, però, non si registra un aumento notevole della disponibilità. Nel 2014 il 55 per cento dei datori di lavoro si è dichiarato «certamente» o «eventualmente» disposto ad assumere persone con problemi di salute con l'aiuto dell'AI (2012: 53 %), mentre il 30 per cento ha dichiarato di aver continuato a impiegare negli ultimi tre anni una o più persone in questa situazione (2012: 32 %). In questo contesto occorre mantenere e rafforzare l'impegno dei datori di lavoro e quello degli uffici AI cantonali.


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Stefan Ritler, vicedirettore
Capo dell'Ambito AI



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