Conservazione della biodiversità: la Svizzera firma due accordi

Berna, 12.05.2011 - L’11 maggio 2011, a New York, l’ambasciatore Franz Perrez ha firmato a nome della Svizzera il Protocollo di Nagoya. Questo accordo, previsto nel quadro della Convenzione sulla diversità biologica, disciplina l’utilizzo delle risorse genetiche, compreso il loro accesso e la ripartizione dei benefici. Conformemente al mandato affidato dal Consiglio federale, la Svizzera ha firmato anche un protocollo aggiuntivo relativo alla responsabilità in caso di danni alla biodiversità. Entrambi gli accordi devono essere ratificati dal Parlamento.

La conservazione della biodiversità, vale a dire la conservazione delle risorse genetiche, delle specie e degli ecosistemi, costituisce al pari del clima uno dei temi centrali della politica ambientale internazionale. L'obiettivo del "Protocollo di Nagoya sull'accesso alle risorse genetiche e alla giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dal loro uso" è la salvaguardia e l'utilizzo sostenibile delle risorse genetiche.

Da un lato, detto Protocollo garantisce agli Stati che forniscono risorse genetiche di poter partecipare ai benefici derivanti dal loro utilizzo. Dall'altro, facilita l'accesso alle risorse genetiche di piante, animali o altri organismi da parte di aziende e istituti di ricerca di Paesi terzi. "Il Protocollo di Nagoya è un elemento cardine di un regime internazionale efficiente ed equo volto a proteggere la biodiversità", ha in particolare sottolineato Franz Perrez a New York.

Lo stesso giorno, sempre a New York, la Svizzera ha anche firmato il "Protocollo aggiuntivo di Nagoya-Kuala Lumpur in materia di responsabilità e risarcimenti". Si tratta di un protocollo aggiuntivo al Protocollo di Cartagena sulla prevenzione dei rischi biotecnologici che disciplina le questioni della responsabilità e dei risarcimenti in caso di danni causati alla biodiversità da parte di organismi geneticamente modificati. Le relative disposizioni sono conformi alla legislazione svizzera in vigore.

Le implicazioni di questi due protocolli per la Svizzera saranno esplicitate nei messaggi relativi alle rispettive ratifiche, che verranno sottoposti al Parlamento.


Indirizzo cui rivolgere domande

Franz Perrez, ambasciatore e capo della divisione Affari internazionali, UFAM, tel. 079 251 90 15 (il 12 maggio, fra le 14 e le 17 ora svizzera)
Sezione Media, UFAM, tel. 031 322 90 00



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