Convegno del Consiglio dei diritti dell'uomo dell'ONU concluso con successo

Berna, 22.03.2013 - Le violazioni dei diritti dell'uomo in Siria devono essere trasmesse alla giurisdizione internazionale. Il Consiglio dei diritti dell'uomo dell'ONU ha approvato oggi a Ginevra la relativa risoluzione. La Svizzera stila un bilancio positivo del 22° convegno del Consiglio dei diritti dell'uomo, conclusosi oggi. Il Consiglio dei diritti dell'uomo ha inoltre approvato il rapporto sul secondo esame periodico universale (EPU) della Svizzera.

Data la catastrofica situazione dei diritti dell'uomo in Siria, il Consiglio dei diritti dell'uomo ha approvato l'ultimo giorno della 22a sessione a Ginevra una risoluzione che chiede, tra l'altro, l'analisi penale dei gravi crimini da parte della giurisdizione internazionale e il prolungamento di un anno del mandato della Commissione d'inchiesta indipendente, di cui fa parte anche la cittadina svizzera Carla del Ponte.

La Svizzera sottolinea da molto tempo che le gravi violazioni dei diritti dell'uomo e del diritto internazionale umanitario in Siria non devono rimanere impunite. In una lettera firmata da 57 Stati, ha chiesto pertanto al Consiglio di sicurezza dell'ONU di trasmettere il dossier siriano alla Corte penale internazionale e ha preparato una dichiarazione comune, sostenuta da 64 Stati. «La Svizzera è soddisfatta della risoluzione del Consiglio dei diritti dell'uomo, poiché sottolinea la sua richiesta di non lasciare impunite le violazioni dei diritti dell'uomo in Siria, ma di perseguirle», afferma il consigliere federale Didier Burkhalter.

Nel corso della 22a sessione del Consiglio dei diritti dell'uomo, inaugurata il 25 febbraio 2013 dal consigliere federale Didier Burkhalter, la Svizzera si è impegnata, oltre che a migliorare la situazione in Siria, soprattutto per la tutela dei diritti dell'uomo durante le proteste pacifiche, per l'abolizione della pena di morte e per le situazioni in Bahrein e nella Corea del Sud.

La risoluzione svizzera sulla protezione dei diritti dell'uomo durante le proteste pacifiche è stata sottoscritta da 53 Paesi e approvata per consenso. Essa sottolinea l'importanza del dialogo tra Stato e manifestanti e in particolare del comportamento delle forze di sicurezza durante le proteste pacifiche.

La Svizzera s'impegna a fondo per l'abolizione della pena di morte e accoglie favorevolmente la decisione del Consiglio di tenere due dibattiti su questo tema importante durante la prossima sessione. Il primo tratterà le conseguenze negative della pena di morte per i bambini, i cui genitori sono condannati a morte. Il secondo affronterà la discussione degli ostacoli o delle pratiche consolidate sull'abolizione della pena di morte e l'emanazione di una moratoria sull'esecuzione delle relative sentenze. La Svizzera ha organizzato insieme alla Commissione internazionale contro la pena di morte, presieduta dall'ex presidente della Confederazione Ruth Dreifuss, una discussione che ha fatto registrare una grande affluenza di pubblico.

Sul Bahrein la Svizzera ha letto a nome di 44 Stati una dichiarazione comune, in cui si chiede al Bahrein di collaborare in modo più stretto con l'Alto Commissariato per i diritti dell'uomo.

La Svizzera accoglie favorevolmente la Commissione sulle violazioni dei diritti dell'uomo in Sud Corea, decisa all'unanimità dal Consiglio dei diritti dell'uomo.

Durante la sessione è stato inoltre approvato all'unanimità il rapporto sul secondo esame periodico universale (EPU) della Svizzera. Numerose delegazioni e la coalizione svizzera delle organizzazioni non governative si sono congratulate con la Svizzera per il suo modo di procedere trasparente nell'ambito dell'elaborazione del rapporto e per la decisione di adottare varie raccomandazioni e hanno inoltre sottolineato la partecipazione attiva dei Cantoni.

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