Restituiti all’Italia gli ultimi beni culturali

Berna, 06.03.2014 - Martedì scorso il Ministero pubblico di Basilea Città ha consegnato ai Carabinieri del comando Tutela Patrimonio Culturale ciò che restava di 4536 tra opere d’arte e reperti archeologici. Grazie alla buona e stretta collaborazione con le autorità italiane, si è così conclusa con successo una procedura di assistenza giudiziaria durata diversi anni. In tal modo la Svizzera ribadisce di non voler essere sfruttata come rifugio e piazza di scambio del commercio illegale di opere d’arte.

Nel 2001 la giustizia penale italiana ha presentato una domanda di assistenza giudiziaria al Ministero pubblico di Basilea Città nell'ambito di un'inchiesta penale per associazione a delinquere, trasferimento illegale di opere d'arte, ricettazione e omessa denuncia di reperti archeologici nei confronti di un commerciante d'arte e altre persone, chiedendo il sequestro dei beni archeologici.

Sulla base della richiesta, il Ministero pubblico basilese ha sequestrato circa 5800 oggetti, molti dei quali di epoca etrusca e romana, provenienti in gran parte da scavi illegali in Italia. In ottemperanza a una decisione del Tribunale federale, l'Ufficio federale di giustizia ha concordato con le autorità italiane un termine di tre anni per permettere a queste ultime di eseguire le perizie sugli oggetti e di attribuirli ai mezzi di prova. Il 6 novembre 2008 i beni sequestrati sono stati esposti ai media in occasione di una conferenza stampa, dopodiché diverse migliaia di oggetti sono stati consegnati alle autorità italiane a fini probatori. È stato inoltre possibile restituire alle autorità elleniche cinque icone rubate in Grecia.

Dopo che negli ultimi 13 anni due ricorrenti si sono appellati alla giustizia per ben 13 volte al fine di impedire il rientro degli oggetti d'arte in Italia, il Tribunale federale ha ora deciso, in ultimo grado, la consegna definitiva dei beni alle autorità italiane.

Il 4 marzo 2014 sono stati restituiti alle autorità italiane i pochi oggetti (68) di provenienza non ancora accertata che si trovavano ancora a Basilea; 19 sono stati successivamente riconsegnati al Ministero pubblico di Basilea Città in quanto non è stato possibile stabilirne la provenienza.

Per tutelare ancora di più il patrimonio culturale, la Svizzera ha concluso con l'Italia una convenzione bilaterale sull'importazione e il rimpatrio dei beni culturali. La normativa, in vigore dal 27 aprile 2008, rafforza la cooperazione tra due Paesi nella lotta contro il trasferimento illecito di beni culturali e la conservazione del patrimonio culturale. 


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