Il presidente della Confederazione Didier Burkhalter lancia un appello mondiale contro la pena di morte

Berna, 10.10.2014 - In occasione dell’odierna Giornata mondiale contro la pena di morte, il presidente della Confederazione Didier Burkhalter lancia un appello per l’abolizione della pena capitale insieme a 11 ministri degli affari esteri di tutto il mondo. La Svizzera si oppone alla pena di morte in tutte le circostanze e si impegna per la sua abolizione a livello mondiale entro il 2025.

Per il presidente della Confederazione Didier Burkhalter, l’abolizione della pena di morte è un tema prioritario. La pena di morte è incompatibile sia con i diritti umani, in particolare il diritto fondamentale alla vita, sia con una giustizia orientata alla reintegrazione. Da qui, il forte impegno internazionale della Svizzera in quest’ambito, tra l’altro nel quadro dell’Assemblea generale e del Consiglio dei diritti umani dell’ONU, dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE) e del Consiglio d’Europa. Sul piano bilaterale, la Svizzera cerca inoltre il dialogo con i Paesi che stanno lavorando all’abolizione della pena di morte. Un’informazione oggettiva sui rischi e sulle carenze della pena capitale è un presupposto indispensabile per potersi confrontare seriamente con la questione.

Con la strategia elaborata lo scorso anno, la Svizzera si è prefissata un obiettivo ambizioso: contribuire all’abolizione della pena di morte nel mondo, o rispettivamente a una moratoria di tutte le esecuzioni capitali, entro il 2025. Le statistiche e le informazioni disponibili mostrano che la tendenza mondiale sta andando proprio in questa direzione: se 40 anni fa erano soltanto 14 gli Stati che avevano abolito la pena di morte, oggi sono 100, e il numero sale a circa 160 se si aggiungono anche i paesi che non hanno più effettuato esecuzioni capitali negli ultimi dieci anni. Rimane tuttavia ancora parecchio da fare per raggiungere l’obiettivo finale della completa abolizione della pena di morte nel mondo.

Già per il terzo anno consecutivo, il presidente della Confederazione Didier Burkhalter coglie l’occasione della Giornata mondiale contro la pena di morte per lanciare, insieme ad altri ministri degli affari esteri, un appello  per l’abolizione della pena capitale. Quest’anno si sono uniti per la prima volta all’appello paesi di tutto il mondo, compresi alcuni che si trovano ancora sulla via della completa abolizione.

L’appello di quest’anno invita al dialogo e alla riflessione. La pena di morte è irreversibile e può toccare anche persone innocenti, perché nessun sistema giudiziario, per quanto moderno e trasparente, può essere considerato del tutto esente da errori. Inoltre, la pena di morte è applicata in modo discriminatorio: gli studi dimostrano che spesso le sentenze capitali colpiscono in misura sproporzionata le persone vulnerabili, emarginate e meno privilegiate. Anche il tentativo di combattere la criminalità, il traffico di droga o il terrorismo con la pena capitale si è rivelato, dal punto di vista della Svizzera, inefficace. 

La conclusione è semplice: non esistono argomenti a favore della pena di morte, ma solo rischi e svantaggi che è opportuno conoscere e sui cui bisogna riflettere. L’appello di quest’anno esorta tutti a prenderne atto e a contribuire all’abolizione universale della pena capitale.


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