Corruzione nell’appalto di progetti informatici all’UFAM: promossa l’accusa nei confronti di sei imputati

Berna, 26.01.2016 - Il Ministero pubblico della Confederazione ha concluso l’inchiesta penale in rapporto con gli appalti di progetti informatici in seno all’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) e promuove l’accusa dinanzi al Tribunale penale federale di Bellinzona nei confronti di sei persone.

L’inchiesta era incentrata in particolare su una lunga serie di contratti per prestazioni di servizi appaltati dall’UFAM a società informatiche esterne negli anni tra il 2007 e il 2010. Uno dei principali imputati, ex responsabile di progetti informatici alle dipendenze di una ditta esterna, è accusato di ripetuta infedeltà nella gestione pubblica (art. 314 CP), ripetuta corruzione attiva (art. 322ter CP), ripetuta corruzione passiva (art. 322quater CP) e falsità in documenti (art. 251 n. 1 cpv. 2 CP). Un ex caposezione dell’UFAM è incriminato per ripetuta infedeltà nella gestione pubblica e ripetuta corruzione passiva. Due altre persone sono incolpate di ripetuta corruzione attiva (art. 322ter CP) e/o di complicità in infedeltà nella gestione pubblica (art. 314 in combinazione con l’art. 25 CP), mentre i due ultimi imputati sono accusati di infedeltà nella gestione pubblica.

All’ex responsabile del progetto informatico DaZu (accesso ai dati) viene rimproverato di aver preteso e ottenuto da offerenti di prestazioni informatiche, durante il suo mandato per l’UFAM, il versamento di provvigioni illecite per un importo complessivo di circa 118 000 franchi. In contropartita l’uomo aveva ottenuto che l’UFAM concludesse dei contratti per prestazioni di servizi con le ditte in questione. Lo stesso imputato è anche accusato di aver acquistato per l’UFAM, in correità con l’ex capo della sezione Informatica, logistica e organizzazione (ILO) dell’Ufficio e in violazione del diritto degli acquisti pubblici, licenze software e servizi informatici per un valore di circa 0,5 milioni di franchi attraverso una ditta da lui controllata, invece di acquistare tali prestazioni direttamente presso la ditta offerente, e di aver contraccambiato il capo dell’ILO procurandogli indebiti vantaggi pecuniari per un importo di svariate decine di migliaia di franchi sotto forma di contanti, viaggi e apparecchiature. Secondo il Ministero pubblico della Confederazione il danno causato all’UFAM dai contratti in questione si aggira attorno a mezzo milione di franchi.

Il suddetto ex caposezione ILO è a sua volta rimproverato di aver accettato per sé, nell’ambito della sua attività ufficiale, indebiti vantaggi dal responsabile del progetto DaZu per un valore complessivo di circa 50 000 franchi in cambio delle menzionate licenze software e prestazioni informatiche, nonché di aver appaltato altre prestazioni informatiche a ditte controllate dal responsabile di progetto in questione. Gli viene inoltre addebitato di aver acquistato, in veste di funzionario, apparecchiature elettroniche di consumo a nome e per conto dell’UFAM ma poi da lui utilizzate per scopi privati. Il danno causato all’UFAM da questi reati è di oltre 50 000 franchi.

Tra gli altri coimputati, due sono accusati di aver pattuito con l’ex responsabile di progetto dell’UFAM il versamento di indebite provvigioni per un importo complessivo di circa 100 000 franchi, poi effettivamente versate. Ad altri due di loro viene rimproverato di aver agito in complicità con l’ex capo dell’ILO e l’ex responsabile di progetto per l’acquisto di licenze software e prestazioni informatiche ai danni della Confederazione.

Un ulteriore correo è già stato condannato definitivamente con decreto d’accusa nel luglio scorso.

L’inchiesta penale è stata condotta in stretta collaborazione con la Polizia giudiziaria federale.

Al processo l’UFAM rappresenterà la Confederazione in veste di accusatore privato. Come di consueto, il Ministero pubblico della Confederazione formulerà le richieste di pena in occasione del dibattimento dinanzi al Tribunale penale federale.

Con il deposito dell’atto d’accusa la competenza per la successiva informazione dei media in merito a questo affare passa al Tribunale federale di Bellinzona.


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