Cittadini bulgari e rumeni: cessazione delle disposizioni transitorie relative alla libera circolazione delle persone

Berna, 13.04.2016 - Il 1° giugno 2016 cesseranno le disposizioni transitorie relative alla libera circolazione delle persone per i cittadini bulgari e rumeni; in data odierna il Consiglio federale ha adottato la revisione parziale della pertinente ordinanza. In virtù dell’Accordo sulla libera circolazione delle persone (ALC), qualora l’immigrazione in provenienza da Bulgaria e Romania dovesse superare un determinato valore limite, la Svizzera potrà fissare contingenti validi fino al 31 maggio 2019 per i cittadini bulgari e rumeni.

Il Protocollo relativo all'estensione della libera circolazione delle persone alla Bulgaria e alla Romania (Protocollo II dell'ALC), in vigore dal 1° giugno 2009, prevede una liberalizzazione graduale delle condizioni d'ammissione al mercato del lavoro per i cittadini dei due Paesi comunitari. La Svizzera ha prorogato in due occasioni, ovvero nel 2011 e nel 2014, i termini delle restrizioni applicate nel caso di lavoratori bulgari e rumeni, restrizioni che comprendevano il principio della priorità dei lavoratori residenti in Svizzera, il controllo preventivo delle condizioni di salario e di lavoro nonché i contingenti. Il termine transitorio di sette anni scade il 31 maggio 2016 e, con esso, le disposizioni transitorie relative ai cittadini bulgari e rumeni.

Sulla base dell'articolo 10 paragrafo 4c ALC, qualora l'immigrazione di tali cittadini superi del 10 per cento la media degli ultimi tre anni, il 1° giugno 2017 o, al più tardi, il 1° giugno 2018 il Consiglio federale potrà decidere se fissare nuovi contingenti, che saranno validi fino al 31 maggio 2019 (cosiddetta "clausola di salvaguardia").

Basso tasso d'immigrazione in provenienza da Bulgaria e Romania

Il tasso di cittadini bulgari e rumeni tra la popolazione straniera residente in Svizzera si attesta su bassi livelli. Alla fine del 2015 tale tasso ammontava allo 0,9 per cento, ossia 18 364 persone residenti in permanenza nel Paese; in quello stesso anno sono state 1542 le persone con attività lucrativa ammesse per un soggiorno di lunga durata (-22,1 % rispetto al 2014) e i contingenti disponibili non sono stati raggiunti.


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