Previsioni congiunturali: atteso uno sviluppo più debole, permane grande incertezza
Berna, 16.06.2025 — Il gruppo di esperti della Confederazione rivede al ribasso le previsioni di crescita dell’economia svizzera. Al netto degli eventi sportivi, nel 2025 il PIL dovrebbe crescere dell’1,3 %, e poi dell’1,2% nel 2026 (previsioni di marzo: rispettivamente 1,4 % e 1,6 %)1. In tal caso l’economia svizzera crescerebbe a un tasso nettamente inferiore alla media in entrambi gli anni. Questa previsione si basa sull’ipotesi che non ci sarà un’ulteriore esacerbazione del conflitto commerciale internazionale. Alla luce di questa grande incertezza, la SECO integra le previsioni del gruppo di esperti con due scenari alternativi.
Nel 1° trimestre del 2025 il PIL svizzero è cresciuto più di quanto ci si aspettasse. La crescita è stata trainata in gran parte dal settore dei servizi e dall’industria chimico-farmaceutica. È probabile che abbiano giocato un ruolo gli effetti di anticipazione in vista di possibili dazi sulle importazioni negli Stati Uniti, come quelli osservati in Irlanda e Germania. Per il resto dell’anno si prevede un andamento molto più debole.
I dazi «reciproci» all’importazione, introdotti dagli Stati Uniti all’inizio di aprile, sono stati limitati al 10 % fino all’inizio di luglio; attualmente sono in corso negoziati su possibili accordi commerciali tra gli Stati Uniti e diversi Paesi. L’incertezza sulla politica commerciale ed economica a livello internazionale rimane elevata, influenzando le prospettive sia dell’economia mondiale che della congiuntura svizzera. Questa previsione si basa sull’ipotesi che i dazi internazionali rimangano al livello attuale e che non si verifichi un’ulteriore esacerbazione del conflitto commerciale (scenario di base)1.
In queste condizioni, nei prossimi trimestri ci si aspetta una crescita dell’economia mondiale più lenta rispetto a quanto previsto lo scorso marzo. Ciò rallenta i settori dell’economia svizzera dell’export esposti alle oscillazioni della congiuntura, frena lo sfruttamento delle capacità produttive industriali e, insieme all’elevato grado di incertezza, limita l’attività di investimento. Inoltre, dopo l’elevata performance di inizio anno, ci si attende una controtendenza nel commercio estero.
Per il 2025 il gruppo di esperti rivede leggermente al ribasso le previsioni sulla crescita economica della Svizzera, arrivando all’1,3 % (previsione di marzo: 1,4 %). Ci si aspetta ancora che la domanda interna stabilizzi la congiuntura. L’attività edilizia dovrebbe continuare a crescere per effetto dell’elevata domanda e dei tassi di interesse più bassi. I consumi privati sono sostenuti da tassi d’inflazione bassi: si prevede che nel 2025 l’inflazione sarà in media dello 0,1 % (previsione di marzo: 0,3 %).
Nel 2026 sia le esportazioni che gli investimenti in beni di equipaggiamento saranno probabilmente più deboli di quanto stimato finora. Il gruppo di esperti prevede una crescita dell’economia svizzera nettamente inferiore alla media, pari all’1,2 % (previsione di marzo: 1,6 %), con un’inflazione dello 0,5 % (previsione di marzo: 0,6 %). L’economia globale dovrebbe accelerare gradualmente solo nel corso dell’anno, sostenendo così anche le esportazioni svizzere.
La revisione al ribasso delle previsioni di crescita si riflette sul mercato del lavoro. Nel 2025 il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi in media al 2,9 %, e poi al 3,2 % nel 2026 (previsione di marzo: 2,8 % in entrambi gli anni). Inoltre, è probabile che l’occupazione cresca in misura inferiore rispetto a quanto ipotizzato finora.
Rischi congiunturali
Attualmente rimane forte l’incertezza legata alla politica economica e commerciale mondiale e al suo impatto macroeconomico. Se gli Stati Uniti dovessero reintrodurre gli elevati dazi «reciproci», è ipotizzabile che i partner commerciali reagiscano con apposite contromisure. Un indebolimento dello sviluppo economico internazionale in un simile scenario negativo di politica commerciale avrebbe un impatto significativo sull’economia svizzera2.
Al contrario, l’economia mondiale potrebbe registrare un andamento più favorevole di quanto attualmente stimato, ad esempio a seguito di una rapida distensione della politica commerciale internazionale, di un calo dell’incertezza o di ampi stimoli fiscali in determinati Paesi, tra cui in Germania. In un tale scenario positivo, anche la crescita economica in Svizzera potrebbe essere maggiore.
Nel complesso, al momento i rischi di un rallentamento congiunturale prevalgono sulle potenzialità di miglioramento. Il rischio di correzioni sui mercati finanziari rimane elevato. Permangono anche rischi legati all’indebitamento globale, rischi di bilancio degli istituti finanziari nonché rischi sui mercati immobiliari e finanziari, come pure rischi geopolitici relativi ai conflitti armati in Ucraina e Medio Oriente. Se diversi di questi rischi si concretizzassero, il franco svizzero subirebbe una pressione al rialzo.
[1] La previsione è stata ultimata il 5 giugno. Per maggiori informazioni, incluse le ipotesi sui dazi internazionali all’importazione, è possibile consultare il capitolo «Previsioni congiunturali» all’interno delle «Tendenze congiunturali per l’estate 2025» (in tedesco e francese) oppure la pagina www.seco.admin.ch/previsioni-congiunturali.
[2] Cfr. gli scenari alternativi della SECO nel capitolo «Previsioni congiunturali» all’interno delle «Tendenze congiunturali per l’estate 2025».