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Comunicato stampaPubblicato il 19 settembre 2025

Il Consiglio federale dispone l’elaborazione di direttive per l’insegnamento delle lingue nazionali

Berna, 19.09.2025 — Il Consiglio federale esprime preoccupazione per le decisioni di alcuni Cantoni della Svizzera tedesca di rinviare l’insegnamento della seconda lingua nazionale alla scuola media. Questi sviluppi mettono a rischio il principio di armonizzazione della scuola obbligatoria e di conseguenza anche la coesione nazionale. Nella sua seduta del 19 settembre 2025, il Consiglio federale ha quindi incaricato il Dipartimento federale dell’interno (DFI) di elaborare un progetto da porre in consultazione che obblighi i Cantoni a continuare a insegnare una seconda lingua nazionale nel livello primario. In questo modo intende rafforzare l’importanza delle lingue nazionali e gli scambi tra le comunità linguistiche. Tuttavia, l’intervento dovrebbe scattare soltanto nel caso in cui l’attuale compromesso sulle lingue fallisca.

Il plurilinguismo è uno dei fondamenti della Svizzera, sancito dalla Costituzione federale con il conferimento di un ampio mandato di politica linguistica alla Confederazione e ai Cantoni. Entrambi sono responsabili di tutelare e promuovere le lingue nazionali e rafforzare la comprensione fra le diverse comunità linguistiche del Paese.

Mediante un’integrazione dell’articolo 15 della legge del 5 ottobre 2007 sulle lingue, il Consiglio federale intende salvaguardare il plurilinguismo nella scuola dell’obbligo, definendo la posizione delle lingue nazionali nell’insegnamento. La modifica deve però tenere conto anche delle competenze cantonali in ambito scolastico e delle differenze fra le regioni linguistiche. Il Consiglio federale ha disposto l’elaborazione di due varianti:

Variante 1: l’attuale soluzione HarmoS viene sancita nella legge sulle lingue (insegnamento di due lingue straniere fin dalla scuola elementare, ovvero una lingua nazionale e l’inglese).

Variante 2: viene definito uno standard minimo lasciando un maggiore margine di manovra ai Cantoni (insegnamento di una seconda lingua nazionale a partire dalla scuola elementare fino alla fine del livello secondario I).

Il Consiglio federale ha disposto l’elaborazione di questo progetto da porre in consultazione perché in alcuni Cantoni si sta cercando di abolire l’insegnamento di una seconda lingua nazionale nella scuola elementare. In questo modo sarà preparato nel caso in cui l’armonizzazione per l’insegnamento delle lingue straniere stabilita con il Concordato HarmoS dovesse fallire e si rendesse necessario un intervento da parte della Confederazione. Se i Cantoni si atterranno alla strategia linguistica stabilita nel 2004 o riusciranno ad adattarla senza compromettere l’apprendimento delle lingue nazionali, la modifica della legge sulle lingue non sarà necessaria.

Accordi per armonizzare l’insegnamento delle lingue nazionali a partire dal 2004

Affinché la qualità e la permeabilità del sistema formativo svizzero siano garantite, le disposizioni costituzionali obbligano i Cantoni ad armonizzare i loro sistemi scolastici. Con la strategia linguistica del 2004, i Cantoni hanno adottato una soluzione per armonizzare l’insegnamento delle lingue straniere confluita nel 2009 nel Concordato HarmoS. Tale soluzione è vincolante per tutti i Cantoni che hanno aderito al Concordato, ma ha effetti indiretti anche per gli altri Cantoni.

Una mancata o solo parziale attuazione della strategia linguistica in alcuni Cantoni o un arretramento rispetto all’armonizzazione raggiunta mettono a rischio la comprensione tra le comunità linguistiche e creano nuovi ostacoli alla mobilità scolastica. Per ragioni di politica istituzionale ed educativa, il Consiglio federale ritiene che, nel caso in cui i Cantoni non dovessero riuscire ad accordarsi, sarebbero necessarie prescrizioni della Confederazione sull’insegnamento delle lingue nazionali. L’articolo 62 capoverso 4 della Costituzione federale prevede infatti che in tali situazioni la Confederazione emani le norme necessarie.