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Comunicato stampaPubblicato il 17 giugno 2025

La Svizzera prende atto delle osservazioni espresse dal gruppo di lavoro dell’OCSE sulla corruzione

Berna, 17.06.2025 — Le autorità svizzere prendono atto delle osservazioni espresse dal gruppo di lavoro dell’OCSE sulla corruzione, in missione a Berna il 16 e 17 giugno 2025. La missione rientra nel monitoraggio continuo dell’attuazione, da parte della Svizzera, della «Convenzione sulla lotta alla corruzione di pubblici ufficiali stranieri nelle operazioni economiche internazionali». La Svizzera è Parte contraente dal mese di luglio 2000.

Il gruppo di lavoro dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) riconosce il ruolo attivo della Svizzera nel perseguire i casi di corruzione transnazionale, in particolare grazie all’impegno del Ministero pubblico della Confederazione (MPC) e delle autorità cantonali. Secondo il gruppo di lavoro, è importante che la Svizzera adotti due riforme legislative fondamentali:

•   istituire un quadro giuridico per proteggere le persone che segnalano violazioni (whistleblower) nel settore privato;

•   aumentare il tetto massimo delle multe applicabili alle imprese riconosciute colpevoli di corruzione di pubblici ufficiali stranieri.

Le autorità svizzere accolgono con favore il costruttivo scambio di opinioni tra i rappresentanti svizzeri (provenienti dai poteri esecutivo, giudiziario e legislativo ) e la delegazione OCSE, guidata dalla presidente del gruppo di lavoro Kathleen Roussel. Le discussioni hanno permesso di individuare alcune piste per rispondere alle aspettative del gruppo di lavoro.

Peraltro, le autorità svizzere ribadiscono il loro impegno a proseguire e rafforzare la lotta contro la corruzione e a collaborare strettamente con i partner nazionali e internazionali per garantire il rispetto degli obblighi derivanti dalla Convenzione OCSE.

In merito alla protezione dei whistleblower nel settore privato, occorre ancora raggiungere un consenso politico. Quanto al tetto massimo delle multe per le imprese riconosciute colpevoli di corruzione di pubblici ufficiali stranieri, l’approccio svizzero prevede la confisca dei beni, una cooperazione internazionale rafforzata e una vigilanza mediatica.