Opposizioni e ricorsi sono le cause principali del blocco dei progetti di edilizia abitativa
Berna, 01.07.2025 — Se in Svizzera non vengono costruite nuove abitazioni oppure la loro costruzione viene ritardata, ciò è dovuto in primo luogo alle opposizioni e ai ricorsi contro i progetti. È questa la conclusione a cui giunge uno studio commissionato dagli Uffici federali dello sviluppo territoriale (ARE) e delle abitazioni (UFAB). Una delle misure proposte dagli autori dello studio è quella di limitare la cerchia delle persone legittimate a presentare un’opposizione o un ricorso e di snellire le procedure.
Nell’ambito dello studio sono state intervistate circa 440 persone tra cui committenti, responsabili dello sviluppo, architetti nonché giuristi presso studi legali, Amministrazione pubblica, scuole universitarie e tribunali. Il 60 per cento delle opposizioni e il 61 per cento dei ricorsi costituiscono un grosso ostacolo alla realizzazione dei progetti di edilizia abitativa. Per il 37 per cento degli intervistati le prescrizioni in materia di pianificazione territoriale rappresentano uno scoglio importante da superare.
Le preoccupazioni maggiori sono date dai cosiddetti opposizioni e ricorsi abusivi, che vengono utilizzati per bloccare o procrastinare i progetti di costruzione o addirittura come atto di coazione o di ricatto contro i committenti. Secondo lo studio esterno vi è un ampio consenso tra gli esperti intervistati sul fatto che i processi di pianificazione e di autorizzazione possano essere svolti in modo più rapido ed efficiente e che gli stessi processi debbano essere meglio protetti da ricorsi e opposizioni abusivi o opportunistici. A tutt’oggi è troppo facile impedire o ritardare un progetto di edilizia abitativa tramite un rimedio giuridico.
Tutto ciò si ripercuote anche su chi è alla ricerca di un alloggio. L’80 per cento dei committenti interpellati ha dichiarato che le opposizioni e i ricorsi portano a dei ritardi per la messa sul mercato delle abitazioni. Il 71 per cento ha inoltre affermato che le abitazioni diventeranno più costose.
Gli autori esterni dello studio raccomandano a Confederazione, Cantoni e Comuni diverse misure al fine di accelerare i processi di pianificazione e di autorizzazione. Una possibilità potrebbe essere quella di limitare la cerchia delle persone legittimate a ricorrere a un rimedio giuridico. Non sarebbero più legittimati tutti coloro che vivono in un determinato perimetro rispetto al progetto edilizio, bensì unicamente coloro che sono direttamente e particolarmente interessati dal progetto di costruzione. Inoltre le censure eccepite devono potersi limitare a interessi concreti e individuali.
I ricorsi nell’ambito del diritto edilizio non devono altresì comportare in linea di principio un effetto sospensivo. Si raccomanda pure di ridurre le istanze di ricorso e di migliorare il coordinamento tra le autorità preposte al rilascio di un’autorizzazione edilizia. Si potrebbero così snellire le procedure e fissare dei termini per le autorità competenti. Si propone infine di dotare le autorità di risorse sufficienti.
Lo studio è parte integrante del Piano d’intervento contro la penuria di abitazioni. L’ARE e l’UFAB sottoporranno ora le raccomandazioni al DATEC e al DEFR per esame. Alla fine il Consiglio federale deciderà quali di queste saranno attuate o raccomandate per l’attuazione.
Link allo studio: Penuria di alloggi (ARE)