Abbiamo spostato una montagna.

In futuro, i bernesi raggiungeranno in soli 55 minuti il Paese dei loro sogni. E i vallesani, che osano andare a Berna, in soli 45 minuti potranno ritornare nel loro Paese dei sogni.

Abbiamo spostato una montagna a favore di una Svizzera, come ce la immaginiamo noi. Nel dibattito politico questa visione è stata battezzata "variante a rete".

Vogliamo tessere una rete: i due grandi assi ferroviari alpini dovranno completarsi a vicenda. Se un asse è bloccato, si dovrà potere utilizzare l'altro.

Vogliamo tessere una rete, e questo in senso più ampio: vogliamo tessere i fili della coesione nazionale. Colleghiamo tra loro le diverse regioni linguistiche del nostro Paese e non soltanto i due centri di Zurigo e Milano con un'unica linea. A più di un fautore del San Gottardo si erano rizzati i capelli perché reputava il Lötschberg un progetto fallimentare. Ma l'aspetto principale non è la redditività, bensì la coesione nazionale, la partecipazione di tutte le regioni alle nuove linee ferroviarie, agli investimenti per le generazioni future. Per questo motivo, il nostro Paese vanta una rete ferroviaria così densa.

Abbiamo spostato questa montagna anche per l'Europa.

Da sempre sappiamo che dietro le montagne vivono delle persone. Non è nostra abitudine isolarci, al contrario. Contribuiamo a creare la nuova Europa, sempre più vicina grazie a infrastrutture capaci di superare mari e monti. A partire da oggi gli olandesi hanno via libera da Rotterdam fino al Golfo di Genova. Domani sarà inaugurata la Linea Betuwe, la punta nord del corridoio merci ferroviario. Per spostare questa montagna abbiamo seguito la nostra via svizzera. Non volevamo che il nostro Paese diventasse il corridoio stradale nord-sud per i camion da 40 tonnellate e abbiamo optato per le gallerie ferroviarie.

Ma spesso al di là della montagna ci si trova confrontati con un nuovo ostacolo: una montagna di debiti. In questo caso siamo però riusciti a superare l'ostacolo. All'inizio del progetto ci siamo sentiti come il proverbiale cammello che cerca di passare attraverso la cruna dell'ago, ma poi abbiamo istituito il Fondo per il finanziamento dei progetti d'infrastruttura dei trasporti pubblici, alimentato perlopiù con i proventi della Tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP). Dopo anni di agguerrite trattative con l'Ue e dopo avere prodotto montagne di documenti, finalmente la TTPCP è stata integrata negli accordi bilaterali. Con la TTPCP anche i trasportatori europei contribuiscono al finanziamento delle nostre gallerie alpine. Possiamo perciò affermare che questa montagna l'abbiamo spostata insieme all'Europa.

Altri Paesi quali la Repubblica ceca, l'Austria e la Germania stanno riprendendo l'idea della TTPCP. L'hanno ribattezzata in "Maut" (pedaggio). Attualmente l'aliquota è ancora piuttosto bassa e dovrà essere aumentata per incentivare il trasferimento. Ma si tratta pur sempre di un inizio. Si può affermare che qui, ai piedi del Lötschberg, è stata concepita una nuova filosofia della politica dei trasporti europea. Ai piedi della montagna è pertanto nata una nuova idea.

Esattamente come la TTPCP anche la galleria di base del Lötschberg servirà d'esempio per altri progetti in Europa. In primo luogo al San Gottardo, poi al Brennero e sicuramente anche per il collegamento Lione-Torino. Tutti questi progetti simili saranno accolti dai nostri amici italiani alla frontiera in modo entusiasta e poi portati avanti fino a raggiungere i paradisi del sud.

La politica di trasferimento è anche sinonimo di politica climatica. Ogni camion trasferito dalla strada alla ferrovia contribuisce a ridurre le emissioni di CO2.

È evidente che in fatto di trasferimento non abbiamo ancora raggiunto la vetta della montagna. Ma perlomeno abbiamo iniziato la scalata, siamo riusciti ad invertire una tendenza. Adesso non dobbiamo fermarci. La TTPCP deve essere aumentata come previsto. Ciò naturalmente causa di nuovo resistenze, anche all'interno del nostro Paese, nonostante le aliquote siano già state decise in votazione tempo fa. Se poi insieme ai nostri amici europei introduciamo anche la Borsa dei transiti alpini, possiamo davvero farcela e raggiungere l'obbiettivo della politica di trasferimento. L'iter politico da affrontare è però faticoso e pieno di resistenze. Le resistenze fanno tuttavia parte del gioco. Con il motto "su per la montagna!" siamo però riusciti sempre a superarle, confrontando gli scettici, gli indecisi e i temporeggiatori con l'irremovibile volontà del popolo.

Questa montagna è stata spostata dagli elettori svizzeri.

Sono stati loro a decidere la politica di trasferimento, ad avviarla, confermarla e radicarla nella Costituzione, e a difenderla in più di un'occasione:

Nel 1992 hanno deciso la (contestata) NFTA
Nel 1994 hanno sancito la (contestata) Iniziativa delle Alpi
Nel 1998 hanno adottato la (molto contestata) TTPCP
Nel 1998 hanno accettato il (contestato) Fondo FTP
Nel 2000 hanno confermato i (sempre contestati) Accordi bilaterali
Nel 2004 hanno respinto la seconda galleria stradale al San Gottardo.

Una politica di trasferimento efficiente e una politica dei trasporti sostenibile esprimono la volontà del popolo. Gli elettori svizzeri non si sono mai lasciati trarre in inganno. Spesso la nostra democrazia diretta viene un po' derisa dai Paesi limitrofi. La reputano inefficiente e compatiscono noi politici professionisti, costretti a sottoporre ogni e qualsiasi progetto ad una votazione popolare. Noi non siamo invece da compatire, ma da invidiare. Il popolo ha formulato una visione e noi facciamo di tutto per realizzarla. La democrazia diretta ha infatti definito con coerenza, lungimiranza e prudenza una politica dei trasporti senza precedenti. La convinzione di potere cambiare una realtà ha permesso di raggiungere grandi traguardi.

La politica smuove le montagne, anche se spesso il percorso è lungo e faticoso. Nel suo discorso d'addio dalla carica di Segretario generale dell'ONU, Kofi Annan affermava che insieme siamo riusciti a sospingere molti grandi massi sulla vetta della montagna, anche se qualcuno ci è sfuggito, ricadendo giù in basso. Non ci sono dubbi, tutto il mondo l'ha capito: Kofi Annan stava parlando del Lötschberg. Si può perciò affermare che anche grazie a Kofi Annan inauguriamo una galleria e oggi Sisifo avrebbe la possibilità di trasportare i suoi massi comodamente con la ferrovia.

Questa galleria è stata creata grazie alla volontà del popolo. Ciò dimostra che la volontà del popolo è capace di spostare montagne.

Spostare montagne