Grazie alla buona qualità degli impianti svizzeri di depurazione delle acque (IDA), negli ultimi trent’anni lo stato di ruscelli, fiumi e laghi svizzeri è nettamente migliorato. A seguito dei nostri consumi quotidiani, tuttavia, nelle acque continuano a essere riversati residui di prodotti chimici, che la tecnica tradizionale degli IDA non è in grado di ridurre. Dove la quota di acque trattate è elevata, singole sostanze possono così raggiungere concentrazioni che rischiano di danneggiare gli organismi acquatici. Anche nelle acque sotterranee si riscontrano sostanze difficilmente degradabili, che in futuro potrebbero rappresentare un problema per il trattamento dell’acqua potabile.

Da una prima valutazione emerge l’opportunità di ottimizzare lo smaltimento delle acque urbane a medio termine. Attualmente, l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) sta esaminando varie possibilità per ridurre l’immissione di tali microinquinanti (cfr. riquadro) nelle acque attraverso gli impianti di smaltimento delle acque urbane.

Progetto nazionale dell’UFAM

A tal fine, nel 2006 l’UFAM ha avviato il progetto nazionale “Strategie MicroPoll” (cfr. scheda informativa 1), che comprende tra l’altro sperimentazioni tecniche su grande scala in impianti di depurazione. Su mandato dell’UFAM, l’Istituto per la ricerca sulle acque nel settore dei Politecnici federali (Eawag) realizza una sperimentazione presso l’IDA Wüeri di Regensdorf, volta a testare la possibilità di eliminare i microinquinanti con un livello di depurazione supplementare (cfr. scheda informativa 2). Questa sperimentazione pilota è effettuata in collaborazione con l’Amt für Abfall, Wasser, Energie und Luft (AWEL) del Cantone di Zurigo ed è sostenuta dal Comune di Regensdorf.

Livello di depurazione supplementare

Nell’IDA Wüeri è in fase di sperimentazione un livello supplementare nell’ambito del processo di depurazione delle acque, ossia l’ozonizzazione. Ossigeno liquido (O2) prelevato da un serbatoio di ossigeno è convogliato in un evaporatore e successivamente in un generatore di ozono, dove è trasformato in ozono (O3). Quest’ultimo è poi miscelato alle acque di scarico permettendo così l’eliminazione dei microinquinanti (cfr. scheda informativa 3, disponibile in tedesco e francese).

Ulteriore sperimentazione prevista

La sperimentazione con l’ozonizzazione, che durerà circa 18 mesi, servirà a verificare concretamente l’efficienza di questo metodo, i presupposti tecnici degli IDA, i requisiti a livello di esercizio dell’IDA e i costi generati (cfr. scheda informativa 2). Un’altra sperimentazione pilota con un altro livello di depurazione possibile (il trattamento con carbone attivo) è già in preparazione.

Il rapporto con una sintesi dei risultati è atteso per la fine del 2008.

Cosa sono i microinquinanti?
I microinquinanti sono elementi organici in tracce riscontrati nelle acque in concentrazioni molto basse (da un miliardesimo a un bilionesimo di grammo al litro). Si tratta di sostanze contenute in fitosanitari, prodotti per la cura del corpo, detergenti o farmaci. Alcune di queste sostanze possono essere dannose per le acque e gli organismi acquatici anche in concentrazioni minime, provocando ad esempio disfunzioni sessuali nei pesci.
A titolo di paragone: un miliardesimo di grammo al litro corrisponde approssimativamente alla concentrazione del principio attivo di una compressa contro il mal di testa in una normale piscina di 25 metri.

Acque di scarico: sperimentazione pilota per eliminare i microinquinanti