Stimada presidenta dal cussegl grond
Stimà signur president da la regenza,
Charas Rumantschas e chars Rumantschs
Care Grigionitaliane e cari Grigionitaliani
Liebe Walserinnen und Walser

Sono particolarmente lieto di trovarmi qui con voi oggi nella «Bündner Arena». Come enunciato chiaramente nel titolo della manifestazione, l’incontro di oggi è dedicato alla convivenza delle tre comunità linguistiche grigionesi.

Convivenza significa condivisione, incontro e scambio linguistico e culturale tra le tre comunità linguistiche dei Grigioni. Le tre associazioni linguistico-culturali che organizzano questa manifestazione rappresentano queste tre comunità.

La Pro Grigioni Italiano, fondata nel 1918, e la Lia Rumantscha, che festeggia quest’anno il suo novantesimo anniversario, guardano al loro impegno di decenni per la conservazione e la promozione della peculiarità e dell’autonomia linguistica e culturale. L’Associazione Walser dei Grigioni, che quest’anno festeggia il suo cinquantesimo anniversario, contribuisce da mezzo secolo alla conservazione e alla promozione della cultura walser e alpina.

Queste tre organizzazioni forniscono un lavoro irrinunciabile per le rispettive comunità linguistiche. Oltre a fungere da ponti verso le altre comunità contribuiscono alla convivenza delle tre comunità linguistiche nel Cantone dei Grigioni e oltre. L’incontro odierno ne è un bell’esempio!

In nome del Consiglio federale formulo alla Lia Rumantscha e all’Associazione Walser i più vivi auguri per i loro anniversari e mi congratulo con le tre organizzazioni per il pluriennale e costante impegno in favore del plurilinguismo nei Grigioni.

Plurlinguismo: una componente essenziale dei Grigioni e della Svizzera

Gentili Signore e Signori,

I Grigioni sono l’unico Cantone in cui sono radicate tre delle quattro lingue nazionali. I Grigioni sono una Svizzera in scala ridotta, una Svizzera in miniatura.

La pluralità linguistica e culturale è una componente essenziale e un tratto distintivo dell’identità dei Grigioni e della Svizzera. Questa pluralità rappresenta una forza, ma anche una sfida costante. Appartiene al dibattito politico interrogarsi di tanto in tanto sulla coesione nazionale. Che esistano differenze d’opinione tra le singole comunità linguistiche fa parte del discorso politico e della nostra cultura politica.

La sfida consiste nel sottolineare fra tutte le differenze ciò che ci unisce e trovare l’unità nella diversità. Finora è sempre stato possibile mantenere e sviluppare questa unità nella diversità attraverso il dialogo e con il sostegno delle nostre strutture democratiche.

Questa pluralità è la forza della Svizzera. Da essa traiamo l’energia per la coesione. Il rispetto della diversità esige e promuove la disponibilità al compromesso e alla considerazione reciproca. La nostra comunità statale non è altro che il risultato di una volontà politica comune.

Le regole della convivenza nello Stato plurilingue sono fissate nella Costituzione federale e, nel caso dei Grigioni, anche nella costituzione cantonale. Queste regole sono state definite negli ultimi anni, in parte dopo lunghi e controversi dibattiti. Costituiscono la condizione per il rafforzamento del quadrilinguismo svizzero e del trilinguismo del Cantone dei Grigioni.

«La Confederazione Svizzera promuove la pluralità culturale del Paese», recita l’articolo 2 della Costituzione federale. In nessun altro Stato al mondo il concetto di «pluralità culturale» è così ben evidenziato nella Costituzione come da noi. Ed è giusto che sia così. La Svizzera si definisce attraverso la sua pluralità culturale e più precisamente attraverso la promozione di questa pluralità, come indicato nella Costituzione. Per la Svizzera, dunque, la promozione della pluralità culturale è un elemento costituzionale.

Nella legge federale sulle lingue nazionali e la comprensione tra le comunità linguistiche è dichiarata espressamente la volontà di conservare il quadrilinguismo svizzero e di rafforzare la coesione sociale. La legge sulle lingue stabilisce il quadro dell’impegno della Confederazione nella politica linguistica. Essa è concretizzata attraverso l’ordinanza sulle lingue, in vigore dal 1° luglio 2010.

Vivere insieme e non soltanto uno accanto all’altro

Gentili Signore e Signori,

leggi e ordinanze costituiscono il quadro necessario alla politica linguistica, ma la comprensione reciproca e la convivenza non possono essere prescritte dallo Stato. Lo scambio tra le culture e le lingue dev’essere vissuto dalle persone. La coesistenza pacifica di diverse lingue e culture è un risultato notevole, ma nel nostro caso non possiamo ritenerci soddisfatti. È infatti importante lo scambio tra le lingue e le culture. Questo scambio è l’elisir di lunga vita della pluralità culturale e linguistica della Svizzera. È molto semplice: senza interazione non c’è pluralità. La convivenza attiva favorisce invece la pluralità delle lingue e delle culture e rafforza la coesione.

La Festa della convivenza mira a favorire questo scambio. E la Festa odierna è anche una buona occasione per riflettere su che cosa può ancora essere fatto, affinché il vivere l’uno accanto all’altro diventi sempre più una vera convivenza culturale e linguistica. La convivenza è un atteggiamento interiore. La convivenza può essere faticosa perché ci obbliga a confrontarci con altre lingue e culture. Questo presuppone uno spirito di curiosità e di apertura verso l’altro. Il «premio» per questo sforzo è l’arricchimento culturale e l’ampliamento dei propri orizzonti.

La Svizzera viene rappresentata come un Paese quadrilingue. È senz’altro giusto, se consideriamo soltanto le lingue nazionali ufficiali. Ma è vero solo a metà. Infatti, la Svizzera non è un Paese quadrilingue, ma plurilingue. Pertanto, se parliamo di convivenza sociale dobbiamo fare attenzione a non dimenticare le persone che hanno una lingua materna diversa dalle nostre quattro lingue nazionali.

E qui mi riferisco alla politica d’integrazione. Negli ultimi anni è stato fatto molto in questo ambito, ma si deve fare ancora di più e la politica d’integrazione dev’essere sistematica affinché il semplice vivere gli uni accanto agli altri tra svizzeri e stranieri si trasformi sempre più in un vivere insieme gli uni con gli altri (e mai contro gli altri).

Nel processo d’integrazione la lingua svolge un ruolo importante. L’apprendimento di una lingua nazionale è la chiave per un’integrazione riuscita. In questo contesto ho preso conoscenza con interesse del progetto d’integrazione «Piripiri» del Cantone dei Grigioni e della Lia Rumantscha.

Questo progetto mira a una migliore integrazione dei portoghesi – la seconda comunità straniera più numerosa dei Grigioni. Imparando la lingua i partecipanti apprendono la cultura romancia. I vantaggi di questo approccio sono evidenti e reciproci: i portoghesi contribuiscono a mantenere vivo il romancio e il romancio si trasforma in uno strumento d’integrazione. Si tratta di un approccio interessante della politica d’integrazione, per il quale desidero congratularmi col Cantone e con la Lia Rumantscha.

Plurilinguismo: una forza da sfruttare

Gentili Signore e Signori,

permettetemi di ritornare alla promozione del romancio e dell’italiano.

Uno dei compiti principali della Confederazione nel campo della promozione linguistica è costituito dagli aiuti finanziari versati al Cantone dei Grigioni, per i suoi sforzi di promozione del romancio e dell’italiano, e al Cantone Ticino, per la promozione della lingua e della cultura italiana. Insieme al Cantone dei Grigioni, la Confederazione sostiene le organizzazioni linguistico-culturali Lia Rumantscha e Pro Grigioni Italiano e la Agentura da Novitads Rumantscha.

Con l’entrata in vigore dell’ordinanza sulle lingue, la Confederazione versa anche aiuti finanziari ai Cantoni plurilingui per l’adempimento dei loro compiti speciali di politica linguistica. In questo modo la Confederazione può fornire, oltre all’attività svolta finora, un ulteriore contributo alla salvaguardia delle lingue. Può promuovere il plurilinguismo individuale e collettivo e gli scambi tra le comunità linguistiche.

È importante sostenere il plurilinguismo sul piano istituzionale e finanziario mediante leggi, ordinanze e mezzi finanziari, ma non è possibile influenzarne lo sviluppo se non in misura limitata.

Determinante è il comportamento linguistico individuale. Il plurilinguismo collettivo ha bisogno del plurilinguismo individuale. La forza del plurilinguismo svizzero si manifesta soltanto se le singole persone sono plurilingui e possono esprimersi in più lingue.

In questo senso i grigionesi sono un buon esempio da seguire, perché la maggior parte di essi è almeno bilingue. Lo slogan coniato dalla Radio Rumantsch «tgi che sa rumantsch sa dapli» evidenzia molto bene i vantaggi del plurilinguismo: chi sa il romancio (e in generale chi sa più lingue) sa di più. Imparate dunque le lingue, imparate il romancio e sfruttate la forza del plurilinguismo!

Gentili Signore e Signori,

nel quadro del Concordato Harmos i Cantoni si sono espressi a favore di una nuova strategia nazionale per lo sviluppo dell’insegnamento delle lingue in Svizzera. Questa strategia ha lo scopo di promuovere le competenze linguistiche individuali, ritenendo l’apprendimento delle lingue nazionali la chiave per la comprensione reciproca.

Mi auguro che i giovani, durante la loro formazione, possano acquisire le necessarie competenze linguistiche per poter, anche in futuro, superare i confini linguistici e comunicare tra loro nelle lingue nazionali. Questo non significa distoglierli dall’imparare l’inglese. Sono tuttavia anche consapevole che le minoranze linguistiche del nostro Paese forniscono e devono fornire un contributo nettamente maggiore alla comunicazione interculturale per riuscire a cogliere – spesso in una lingua che non è la loro – le opportunità professionali. Ma, come ho appena detto, il plurilinguismo è un vantaggio da non sottovalutare sul mercato del lavoro.

Promuovere gli scambi scolastici

Approfitto di questa occasione per affrontare ancora due aspetti della politica linguistica della Confederazione. Con la nuova legge sulle lingue e la relativa ordinanza, il Consiglio federale ha anche il compito di promuovere gli scambi in ambito scolastico. La Confederazione versa aiuti finanziari alla Fondazione ch per i suoi servizi di base nel quadro dell’organizzazione e dello sviluppo degli scambi di giovani tra le regioni linguistiche.

L’obiettivo è quello di raddoppiare il numero di progetti di scambio nei prossimi cinque anni. In questo modo, 30 000 giovani circa potrebbero partecipare ogni anno a questi progetti. Mi auguro che anche i responsabili delle scuole grigionesi facciano uso della possibilità degli scambi scolastici all’interno del Paese.

Approfittate della possibilità di conoscere altre regioni linguistiche del Paese e le loro peculiarità culturali. D’altra parte, date ai giovani di altre regioni linguistiche la possibilità di scoprire la realtà scolastica e sociale del vostro Cantone, la pluralità culturale e linguistica e anche lo straordinario mondo delle vostre montagne. Questi scambi permettono ai giovani di fare esperienze importanti per la vita e di stringere rapporti interpersonali, a tutto vantaggio della comprensione reciproca.

Un secondo nuovo pilastro nella promozione linguistica della Confederazione è costituito dal centro di competenza scientifica incaricato di coordinare e condurre lavori di ricerca applicata nel settore delle lingue e del plurilinguismo. Nel quadro dell’approvazione dell’ordinanza sulle lingue, il Consiglio federale ha deciso di affidare questo incarico all’Istituto di plurilinguismo dell’Università di Friburgo e all’Alta scuola pedagogica di Friburgo.

L’incarico prevede anche lo sviluppo di una rete di istituzioni delle diverse regioni linguistiche del Paese attive nella ricerca applicata sul plurilinguismo. In tal modo si tiene conto anche delle esigenze del Cantone dei Grigioni. Il Cantone trilingue si presta addirittura come un campo di ricerca ideale e vario.

Gentili Signore e Signori,

auguro alle tre organizzazioni che oggi si sono ritrovate insieme per la Festa della convivenza, di poter proseguire con successo la loro attività linguistica e culturale. Queste organizzazioni non curano soltanto il dialogo tra loro, ma si aprono anche oltre i confini cantonali e nazionali. Il valore dello spazio alpino risiede nella pluralità delle culture. Vorrei incoraggiare tutti voi a costruire ponti tra le diverse culture alpine con un lavoro di preparazione esemplare e a promuovere il dialogo, affinché, insieme con quanti la pensano allo stesso modo, sia preservata e sviluppata nello spazio alpino la pluralità delle culture.

Vi ringrazio per il vostro impegno.
Grazcha per voss’attenziun

Pluralità culturale e linguistica: forza e sfida della Svizzera