Gentili Signore, egregi Signori,

mi è capitato raramente di desiderare che cento giorni passassero così in fretta. Sono stati cento giorni intensi e sono contenta di poterne parlare oggi. Oltre a familiarizzarmi con i miei compiti e a conoscere il mio Dipartimento, mi sono confrontata anche con le difficoltà della politica federale.

Non ho ancora pronte le risposte a tutte le domande, tuttavia sono fermamente intenzionata ad affrontare i compiti futuri con impegno ed entusiasmo e soprattutto a individuare soluzioni per i problemi che si presenteranno.

Come prima cosa mi preme ringraziare tutti coloro che mi hanno sostenuta durante le scorse settimane, sia nella vita professionale che privata. Ho preso atto con piacere delle numerose attestazioni di solidarietà.

Oggi intendo cogliere l'occasione per illustrare i principi del mio pensiero politico. Da questi principi ricavo le priorità del mio lavoro in seno al Consiglio federale. Potrò realizzare i miei propositi soltanto con l'aiuto dei miei collaboratori. È per questo che oggi sono accompagnata dalla mia Segretaria generale e dai Direttori degli Uffici federali.

1. Il mio pensiero politico
Da oltre trent'anni faccio politica in seno all'UDC. Il pensiero borghese e liberale mi sta molto a cuore. Non lo concepisco come una dottrina, ma piuttosto come un atteggiamento che consiste nel difendere la nostra libertà, la sicurezza, i valori liberali, le conquiste del nostro Stato di diritto, le regole della democrazia e le strutture del nostro federalismo. L'atteggiamento borghese e liberale implica però soprattutto la volontà di assumersi responsabilità individuali e comprende a mio avviso anche la capacità di rimettere talvolta in discussione le idee considerate acquisite. Indipendentemente dalla situazione politica è indispensabile mostrarsi tolleranti nei confronti di chi non condivide le nostre idee.

Attribuisco molta importanza alle istituzioni che salvaguardano la nostra libertà individuale e quella della nostra società. Nel corso della mia carriera politica mi sono resa conto di quanto il nostro Paese abbia bisogno di persone autorevoli che s'impegnino con la forza delle loro idee, anche nelle cariche pubbliche a tutti i livelli. Confrontate fra di loro queste idee devono dimostrare la loro validità per far progredire il nostro Paese. Pertanto non mi riconosco nei ripetuti attacchi verbali contro quella che viene chiamata la «classe politica».

2. Priorità per la legislatura 2008 - 2011
Non vi sorprenderà il mio intento, dettato dal mio pensiero politico, d'impegnarmi a favore di uno Stato snello, efficiente e vicino ai cittadini.

Come capo del DFGP ne traggo le priorità seguenti:

Il mio principale obiettivo è garantire la sicurezza e combattere la criminalità.
Seguono il rafforzamento della piazza economica svizzera
e il consolidamento delle strutture federaliste e della coesione sociale, altrettanto importanti

Consentitemi di illustrare più in dettaglio queste priorità.

2.1 Garantire la sicurezza e combattere la criminalità

Lo Stato ha l'importante compito di garantire la sicurezza dei cittadini. Garantire la sicurezza e combattere la criminalità saranno infatti due priorità del mio mandato.

È tristemente noto che la predisposizione alla violenza fra i giovani è in crescita e che gli stranieri sono sovrarappresentati nelle statistiche sulla criminalità. Capisco benissimo i timori e le incertezze dei cittadini.

Il mio Dipartimento si occupa già da tempo del problema della violenza giovanile. Infatti, già all'inizio del 2007 è stata avviata una consultatione i cui risultati figurano nel rapporto sulla violenza giovanile, che oggi è stato pubblicato su Internet. Oltre all'analisi del fenomeno sono importanti le misure proposte per combattere la violenza giovanile. Ovviamente i provvedimenti che competono al mio Dipartimento riguardano essenzialmente l'attività della polizia, del perseguimento penale e delle autorità in materia di migrazione. Il tema della prevenzione sarà trattato in un rapporto del DFI.

Non è mia intenzione affrontare il problema dei criminali stranieri e dei giovani violenti inasprendo semplicemente le leggi. Infatti le basi legali vigenti sono sostanzialmente sufficienti. Occorre tuttavia applicarle con determinazione. È ad esempio possibile espellere gli stranieri recidivi. Attualmente è consentito anche espellere i genitori di giovani stranieri che commettono reati, se ad esempio trascurano i propri figli o non rispettano le condizioni poste dalla scuola o delle autorità tutorie. Il Tribunale federale ha già giudicato legittima questa prassi dei Cantoni.

Il 1° gennaio 2008 l'Ufficio federale della migrazione ha inoltre inserito nelle pertinenti direttive alcuni principi generici per uniformare la prassi in materia di espulsioni dei delinquenti stranieri. Non si tratta di creare nuove leggi, bensì di applicare con determinazione e coerenza quelle vigenti. Laddove esistano ancora lacune, proporrò soluzioni adeguate di comune accordo con i direttori cantonali di giustizia e polizia. Questo ci consente di lanciare un chiaro segnale in merito alle ripercussioni che un reato comporta per lo statuto di soggiorno di uno straniero.

Sono in molti a esigere che ai giovani naturalizzati che commettono reati possa essere revocata la cittadinanza. Tuttavia, secondo me è importante quanto avviene prima della naturalizzazione, quando viene prolungato il permesso di dimora o rilasciato il permesso di domicilio. Durante le procedure di naturalizzazione occorre effettuare accertamenti approfonditi. M'impegnerò a favore di un rafforzamento della cooperazione fra i servizi interessati. Soprattutto quando si tratta di domande di naturalizzazione presentate da giovani, tutti i servizi devono informarsi dettagliatamente presso la polizia, i tribunali e le autorità scolastiche. La nuova legge sugli stranieri semplifica l'accesso delle autorità preposte alla naturalizzazione ai dati delle autorità cantonali e comunali rendendo disponibili le informazioni sullo stato dell'integrazione.
Non ci preoccupa soltanto la violenza giovanile, ma la sicurezza interna in generale, che ha ormai raggiunto una dimensione marcatamente internazionale. In primo piano vi è l'aumento della criminalità organizzata transnazionale e del turismo criminale. Le minacce quali il terrorismo, l'estremismo violento e la criminalità organizzata richiedono nuove misure difensive.

Alla luce di tali circostanze ritengo molto importante intensificare la cooperazione internazionale in materia di sicurezza. Uno Stato piccolo come la Svizzera non è in grado di affrontare sempre da solo le molteplici sfide nel campo della sicurezza. Per questo motivo anche l'applicazione e lo sviluppo degli Accordi di Schengen e Dublino sarà una priorità del mio operato. Quando sarà il momento parlerò più dettagliatamente della cooperazione operativa e della valutazione che la precederà, prevista nel quadro degli Accordi di Schengen e Dublino.

Un altro elemento chiave della sicurezza interna è la revisione in due fasi della legge federale sulle misure per la salvaguardia della sicurezza interna (LMSI).

La prima fase comporta un perfezionamento delle misure contro la propaganda violenta e la violenza in occasione di manifestazioni sportive (LMSI I). Si tratta di interventi necessari soprattutto in vista di grandi eventi sportivi come l'EURO 2008. Le modifiche della LMSI sono entrate in vigore all'inizio del 2007 e consentono di registrare gli hooligan, ossia gli autori di disordini violenti, in un sistema d'informazione nazionale (HOOGAN), come pure di tenerli lontani dagli stadi e dai loro dintorni mediante il divieto di accedere a un'area, il divieto limitato di lasciare la Svizzera, l'obbligo di presentarsi alla polizia e il fermo preventivo di polizia della durata massima di 24 ore. Attualmente è in preparazione la base giuridica permanente per le ultime tre misure.

Ma ciò non basta per garantire la sicurezza durante questo grande evento. Il DFGP è naturalmente un partner importante per tutte le forze di sicurezza chiamate a intervenire. L'Ufficio federale di polizia (fedpol) gestirà il «Police Information and Coordination Center» (PICC) nazionale, un centro di analisi della situazione che durante l'EURO 2008 fornirà a tutte le forze di sicurezza coinvolte informazioni importanti per le loro decisioni

La seconda revisione in materia di sicurezza interna è tesa a migliorare la protezione preventiva dello Stato (revisione LMSI II). Si tratta innanzitutto di proteggere la Svizzera e la sua popolazione dalla criminalità e dal terrorismo. Il disegno di legge è controverso. Ciononostante lo ritengo adeguato per colmare la lacuna legislativa nella ricerca di informazioni.

2.2 Rafforzare la piazza economica svizzera

Un altro dei miei principali obiettivi, che si aggiunge alla salvaguardia della sicurezza, è il benessere del nostro Paese. Solo un'economia funzionante genera benessere per l'intera popolazione.

Una cosa è certa. L'economia svizzera dipende dalla manodopera straniera. In Svizzera un lavoratore su quattro è straniero. Il mercato del lavoro ha bisogno soprattutto di manodopera qualificata. Non sorprende quindi che l'immigrazione in provenienza da Stati terzi sia in calo, mentre dall'UE immigrano soprattutto lavoratori con ottime qualifiche. Questa tendenza è in linea con le esigenze della nostra economia e contribuisce alla ripresa congiunturale in Svizzera.

L'Accordo sulla libera circolazione costituisce, unitamente all'Accordo di libero scambio del 1972, il patto bilaterale più importante sul piano economico. Ha contribuito e contribuisce tuttora in misura decisiva a rafforzare l'attrattiva della piazza economica svizzera. M'impegnerò con convinzione a favore del rinnovo dell'Accordo sulla libera circolazione delle persone e della sua estensione alla Romania e alla Bulgaria.

Il DFGP contribuisce a rafforzare la piazza economica svizzera anche in altri settori. Mi riferisco alla revisione integrale del diritto della società anonima e del diritto contabile, che consente di modernizzare il diritto societario, adeguandolo alle esigenze dell'economia. Le modifiche del Codice delle obbligazioni miglioreranno la «corporate governance» e amplieranno il margine di manovra delle imprese per quanto riguarda la struttura del capitale.

Ottimizzando la «corporate governance» o più in generale la buona gestione delle imprese, si rafforza in particolare la posizione degli azionisti in quanto proprietari dell'impresa. Il diritto a ottenere informazioni sulle retribuzioni corrisposte ai membri degli organi dirigenti può essere uno strumento efficace per impedire salari troppo elevati. In quest'ambito il disegno di legge tiene conto anche delle rivendicazioni dell'iniziativa popolare contro le retribuzioni abusive. La revisione del diritto della società anonima e del diritto contabile riguarda circa 200 000 società per azioni in Svizzera e la presentazione dei conti di 400 000 enti giuridici. Essa contribuirà a rendere ancora più attrattiva la piazza economica svizzera.

La revisione parziale del Codice civile (CC) è un progetto molto tecnico il cui impatto sulle attività economiche in Svizzera non è tuttavia trascurabile. Essa permette di adeguare alle esigenze dell'economia il diritto fondiario e dei beni immobili. L'elemento cardine consiste nell'introduzione della cartella ipotecaria senza titolo che semplifica notevolmente le operazioni di credito. Vengono a cadere in particolare le spese di allestimento, custodia sicura e invio dei titoli di credito fra il registrio fondiario, il notariato e la banca. La revisione parziale agevola l'accesso della popolazione a un moderno sistema d'informazione fondiario.

Intendo impegnarmi in favore di una piazza economica forte anche in un altro settore: la protezione del marchio Svizzera, che rappresenta tutti i punti di forza del nostro Paese. Quest'immagine molto positiva la dobbiamo anche all'impegno decennale dei nostri ambienti economici. Il «made in Switzerland» è uno strumento promozionale che rafforza notevolmente la concorrenzialità dell'economia svizzera e riflette nel contempo la nostra identità nazionale, che abbiamo il dovere di tutelare. Per queste ragioni intendo portare avanti rapidamente questo progetto.

Non vi sorprenderà che, in quanto ex responsabile di un dicastero delle finanze, mi stia a cuore anche il risanamento delle finanze federali. Le uscite non devono superare le entrate. Come fautrice di una politica borghese m'impegno per il rispetto di questo principio. Una situazione finanziaria sana è nell'interesse del nostro Paese, della nostra economia e quindi anche dei cittadini.

2.3 Consolidare le strutture federaliste e la coesione sociale

Il mio terzo obiettivo è di rafforzare le strutture federaliste e la coesione sociale.

Sono una sostenitrice del federalismo. Ma perché? Il federalismo promuove la stabilità politica e sociale, conferendo peso politico anche alle minoranze. Questo principio è indispensabile per la coesione del nostro Paese, in cui coesistono culture, religioni, lingue e identità diverse.

Grazie al principio di sussidiarietà il federalismo consente inoltre di risolvere i problemi in modo efficace e in prossimità dei cittadini. Riusciamo a essere vicini ai cittadini soltanto se risolviamo i problemi laddove sorgono.

Infine il federalismo rende la Svizzera più competitiva, favorendo un antagonismo positivo fra i Cantoni. Questa concorrenza costituisce in effetti una delle cause principali della bassa imposizione fiscale in Svizzera rendendola attrattiva per gli investitori stranieri.

Naturalmente anche il federalismo ha i suoi limiti. In determinati settori l'omogeneità può essere sicuramente utile, ad esempio nel diritto processuale. Entro la fine di quest'anno il Parlamento voterà l'unificazione dei codici di procedura penale e civile. Giudico molto importanti i due progetti di legge. Il Codice di procedura penale unificato ad esempio è il presupposto per combattere più efficacemente la criminalità.
Il DFGP fornisce un contributo essenziale alla coesione sociale anche in altri settori. Mi riferisco soprattutto alla politica in materia d'asilo, di stranieri e d'integrazione.

Cominciamo dalla politica in materia d'asilo e di stranieri. A mio avviso praticare una politica d'asilo umana e coerente significa accogliere le persone bisognose di protezione. D'altro canto m'impegnerò con determinazione per combattere gli abusi. È inammissibile che le nostre leggi siano eluse e le norme interpretate con troppa clemenza.

Quindi farò tutto il possibile affinché la legge sugli stranieri e quella sull'asilo, approvate nel 2006 da Popolo e Cantoni, siano applicate in modo rigoroso.

Inoltre propongo la revisione di alcune disposizioni della legge sull'asilo, e per la precisione:

le persone che motivano la loro domanda d'asilo esclusivamente con il rifiuto di prestare servizio militare o la diserzione dall'esercito non dovrebbero essere riconosciute come rifugiati. Se non è possibile rimpatriarle, ad esempio perché l'allontanamento verso lo Stato d'origine violerebbe il principio di non respingimento, saranno accolte provvisoriamente e beneficeranno della protezione della Svizzera;
accade continuamente che richiedenti l'asilo non in grado di far valere circostanze rilevanti per ottenere l'asilo partecipino a manifestazioni in Svizzera oppure pubblichino testi su Internet criticando i regimi dei loro Paesi. Spesso svolgono pubblicamente queste attività politiche al solo scopo di creare circostanze nuove suscettibili di giustificare il riconoscimento dello statuto di rifugiato. Questo abuso della legislazione sull'asilo sarà sanzionato penalmente. Inoltre saranno puniti anche coloro che, per mestiere, aiutano i richiedenti l'asilo a compiere queste cosiddette attività politiche;
oggi i richiedenti l'asilo possono opporsi a un allontanamento ritenuto esigibile fornendo semplicemente informazioni verosimili senza essere tenuti a comprovarle. In molti casi l'Ufficio federale della migrazione deve quindi verificare sul posto, indipendentemente dal grado di plausibilità dei motivi addotti dall'interessato, se egli dispone ad esempio di una rete sociale nel Paese di provenienza. Ne conseguono verifiche approfondite nei Paesi di provenienza dei richiedenti l'asilo e ritardi nelle procedure. In futuro i richiedenti l'asilo che forniscono informazioni verosimili circa l'impossibilità, dettata da ragioni personali, di rientrare in patria, dovranno fornire le relative prove. In caso contrario saranno espulsi, a meno che all'esecuzione del provvedimento non si oppongano altri motivi, ad esempio l'inammissibilità (p. es. violazione del diritto internazionale pubblico) o l'impossibilità (p. es. tecnica).

La convivenza pacifica fra la popolazione svizzera e quella straniera presuppone rispetto reciproco, tolleranza, e osservanza dei nostri valori e delle nostre leggi.

La migliore integrazione degli stranieri sarà uno dei temi più importanti di quest'anno. L'anno scorso il Consiglio federale ha approvato un programma di 45 misure. L'Ufficio federale della migrazione ha ora il compito di coordinarne la realizzazione in seno ai singoli Dipartimenti. I temi principali sono la lingua, la formazione e il lavoro.

Nell'ambito della formazione professionale sono in programma misure a favore dei giovani che fanno fatica ad accedere al mondo del lavoro. Ritengo che i giovani siano destinatari molto importanti della politica d'integrazione.

La lingua e il lavoro sono i due fattori di maggiore importanza per integrarsi con successo. Esorto i Cantoni ad avvalersi della possibilità di stabilire in accordi d'integrazione i diritti e i doveri soprattutto dei gruppi a rischio. Può trattarsi ad esempio dell'obbligo di frequentare un corso di lingue. In caso di mancato rispetto degli impegni, vanno adottate sanzioni che possono culminare nell'espulsione.

Ritengo inoltre opportuno migliorare il coordinamento, soprattutto nei Cantoni, fra gli uffici della migrazione, i delegati all'integrazione, le scuole, la polizia, le autorità di perseguimento penale, gli enti sociali, ecc. In questo modo si può promuovere l'integrazione e contribuire a combattere efficacemente gli abusi.

Reputo molto importante favorire l'integrazione ma anche esigerla. Dobbiamo aiutare i cittadini stranieri di modo che possano comunicare con noi, ottenere una buona istruzione ed esercitare un'attività lucrativa. Dobbiamo tuttavia anche esigere la loro integrazione e il rispetto delle nostre leggi e regole.

Un altro progetto di politica sociale che intendo portare avanti è l'ordinanza sull'accoglimento di minori a scopo di affiliazione e di adozione (OAMin). I risultati della consultazione hanno evidenziato soprattutto la richiesta dei Cantoni di linee guida concrete per sviluppare e professionalizzare l'affiliazione. Entro l'estate farò allestire un avamprogetto, affinché il Consiglio federale possa approvare l'ordinanza prima della fine dell'anno. Per trovare soluzioni appropriate consulterò la Conferenza dei direttori cantonali delle opere sociali e altri enti coinvolti.

Durante le scorse settimane anch'io ho seguito attentamente i dibattiti sull'eutanasia. L'anno scorso il Consiglio federale ha adottato una decisione di principio in materia. Nell'ottica di quanto è accaduto negli scorsi mesi, ritengo tuttavia che dobbiamo ridiscutere questo tema delicato. Ho già avviato discussioni in merito con alcuni specialisti per individuare soluzioni appropriate.

Signore e Signori,

come vedete ho numerosi progetti. Forse aspettavate un grande ideale o la bacchetta magica con cui dare al nostro Paese un futuro migliore. Ma questo non è il mio modo di fare politica. I miei punti di forza sono la tenacia e la volontà con cui risolvo i problemi procedendo a piccoli passi nella giusta direzione. Un ideale non concretizzato non ci permette di andare avanti. Preferisco fare politica ascoltando le preoccupazioni dei cittadini e cercando soluzioni per loro. Sarà questo il modo in cui lavorerò, insieme al Consiglio federale e all'Assemblea federale, per il bene del nostro Paese!

"Sicurezza e diritto per una Svizzera forte"