I Introduzione

Signore e Signori,

negli ultimi dodici mesi ho incontrato e ascoltato molti responsabili operanti in prima linea nei settori della migrazione, della sicurezza, della giustizia e dell'Amministrazione. Posso assicurarvi che la mia impressione in merito alla situazione precaria del nostro Paese è stata confermata in pieno.

Sono più che giustificate le numerose reazioni, le richieste di aiuto e le rivendicazioni provenienti dalla popolazione, da Cantoni e Comuni nonché da autorità preposte all'esecuzione delle pene e autorità sociali, in merito ad argomenti quali l'immigrazione illegale, la criminalità, l'indebitamento, i disavanzi in aumento, la crescita economica stagnante e la responsabilità individuale minata.

II Aspettative

Sono entrato in Consiglio federale per realizzare in primis quanto segue:

mantenere l'autodeterminazione del nostro Paese (e garantire quindi la libertà di azione dello Stato);
ridimensionare l'apparato statale (e garantire quindi il benessere e il futuro economico del nostro Paese);
favorire il mutare della mentalità politica.

Nel perseguire tali obiettivi ho sempre dichiarato essere mia premura additare finalmente i problemi in modo da creare i presupposti per soluzioni appropriate.

1. L'elezione del 10 dicembre 2003 e il suo significato
Negli ultimi decenni sono stati eletti in Consiglio federale sempre e soltanto Parlamentari che dopo annosi preparativi facevano politica di maggioranza e sostenevano posizioni alquanto sfuggenti. Quel giorno, tuttavia, l'Assemblea federale ha eletto in Governo un esponente UDC considerato sovversivo. Tale decisione è indicativa per la particolare situazione in cui versava e versa ancora la Svizzera politica. La formula magica è stata ripristinata, ma soltanto dallo schieramento borghese. Difatti un Governo di concordanza può funzionare comme il faut soltanto se i partiti sono rappresentati in base alla loro forza e con i loro esponenti più caparbi.

Questo nuovo Consiglio federale non persegue più a priori l'accordo o il compromesso, ma cerca il confronto per trovare soluzioni. Alla base vi è la convinzione che il confronto fondato su chiare posizioni permette di giungere a decisioni migliori. A tal fine è altresì necessario risolvere la sclerosi politica infrangendo dei tabù. Il consenso è il risultato di un processo decisionale e può essere raggiunto soltanto dopo un libero confronto da cui emergono le soluzioni migliori.

I politici non dovrebbero considerarsi una "categoria" a parte perché rischiano di estraniarsi dal popolo sovrano. Tale tendenza all'estraniazione è spesso scusata con l'avanzata della globalizzazione. È una scusa che ci costa parecchio. Globalizzazione significa pensare sul piano globale e agire su quello locale. È necessario pensare a grandi linee, conoscere il contesto globale per agire in modo corretto nel piccolo. Questa massima vale soprattutto per uno Stato piccolo. Purtroppo viene fatto proprio il contrario. Si pensa "in piccolo" e si rinuncia a lottare per ottenere buone soluzioni, mentre si è "grandi" nell'operare sul piano globale finendo per cadere in un attivismo spesso inutile, ma costoso. L'efficacia della politica si misura soltanto nel piccolo - ad esempio nell'utilità di un nuovo certificato di salario.

2. La realtà sconfessata
Prima di essere eletto condannavo soprattutto il fatto che i problemi del Paese vengono ignorati o minimizzati. In questi tempi la maggiore preoccupazione della popolazione è la disoccupazione. Per creare nuovi posti di lavoro servono buone condizioni quadro. Cosa impedisce di fatto all'economia di creare nuovi posti di lavoro? Il problema fondamentale risiede nella sopraregolamentazione di tutti i settori politici, sociali ed economici.

Chi presta orecchio a coloro che operano sul campo e segue con sguardo attento il mondo imprenditoriale è in grado di individuare subito i fattori determinanti del successo: la ripresa prende forma laddove le imprese possono produrre senza subire troppe pressioni fiscali; dove esiste personale qualificato a salari ragionevoli; dove i permessi di costruzione e altri documenti ufficiali sono rilasciati in poco tempo; dove l'amministrazione è al servizio dell'economia privata e non vice versa; dove insomma le imprese trovano un contesto favorevole e non un'asfissiante regolamentazione.

Sono in pochi a comprendere la reale portata di tali problemi. Perché nessuno avverte la reale dimensione del debito pubblico e la crescente regolamentazione dell'economia? Semplice. Perché fa difetto il senso della realtà. Perché la dilagante political correctness nega la realtà e addirittura criminalizza i realisti. Facciamo un esempio tratto dal mio Dipartimento.

Gli idealisti sostengono che gli abusi nel settore dell'asilo sono rari perché tutti i richiedenti l'asilo sono fuggiti in fretta e furia in quanto perseguitati nel loro Paese d'origine. Ecco perché non sono in grado di produrre documenti d'identità.
Secondo gli stessi idealisti, non esistono pertanto richiedenti l'asilo che gettano i loro documenti prima di varcare il confine, ben sapendo che in tal modo, con la scusa della procedura d'asilo, riusciranno ad accaparrarsi il diritto di soggiornare in Svizzera.

La realtà è ben diversa. La grande maggioranza dei richiedenti l'asilo è introdotta nel Paese da bande di passatori, ma anche da parenti e conoscenti. Stando al rapporto "Migrazione illegale" soltanto il 20 per cento dei richiedenti dispone di documenti di legittimazione regolari. Ecco perché l'obiettivo precipuo della nostra politica d'asilo dev'essere di non premiare più coloro che si disfanno dei documenti d'identità, che giungono in Svizzera facendo capo al crimine organizzato e dissimulando la propria identità.

3. Mancanza di trasparenza - la politica in semioscurità
Dove fa difetto il senso della realtà, la reale portata dei problemi resta misconosciuta. Si brancola nella semioscurità. La politica riacquisterà trasparenza e credibilità agli occhi del popolo soltanto una volta che è stato chiarito chi sostiene un determinato parere e perché. Soltanto le domande giuste e un'analisi implacabile consentono di andare avanti. Spesso basta additare apertamente un problema per iniziare a risolverlo, ma la politica e l'Amministrazione non ne sono capaci. È quanto sospettavo già prima di entrare nel Consiglio federale; oggi ne ho la conferma.

III Il bilancio dopo un anno trascorso in Governo

Contrariamente alle attese non mi sono trovato isolato in seno al Consiglio federale; i colleghi di Governo non mi hanno estromesso. Sono più apprezzato di quanto mi aspettassi, sebbene non mi sia mai trattenuto dall'esprimere la mia opinione o le mie critiche. Il Consiglio federale discute e, smentendo i prognostici fatti in principio, non boccia affatto tutte le mie istanze.

1. L'analisi della situazione dell'Amministrazione dopo un anno
Ho avuto conferma dei miei timori potendo appurare che l'Amministrazione occupa troppo personale e agisce tenendo poco conto della realtà.

Ne è una prova soprattutto la concezione unilaterale della conduzione: sono in molti a credere che condurre significhi prendere decisioni in quantità massime e tempi minimi. Eppure l'aspetto più importante è il confronto da cui scaturisce la decisione. Quest'ultima è soltanto l'atto finale, quasi si sarebbe tentati di chiamarlo banale, del processo di conduzione. L'Amministrazione non dimostra certo maestria nell'identificare senza mezzi termini i problemi e nel cercare possibili soluzioni originali senza falsi riguardi. La capacità di presentare varie alternative è ancora poco sviluppata e in taluni posti è addirittura stigmatizzata. Prevale la mancanza di alternative, mentre ci vorrebbe una fucina di idee. Purtroppo chi chiede alternative, per esempio in materia di crescita economica o di riduzione dei costi, si scontra con posizioni difensive ed è considerato un rompiscatole che mette a rischio il consenso politico.
I cittadini non sono presi abbastanza sul serio. I collaboratori dell'Amministrazione non sono reperibili, non reagiscono alle telefonate o richiamano con ampio ritardo. Tendono a infastidirsi per le lettere scritte dai cittadini piuttosto che interessarsi ai loro problemi.
Sussiste il pericolo di sottomettersi all'opinione maggioritaria prevalente. Troppo presto si invoca una convenzione linguistica dove non c'è niente da disciplinare, dove occorrerebbe semplicemente dire come stanno le cose. Troppo spesso sono i media a dettare il programma della politica e dell'Amministrazione.
Ai costi non è riservata alcuna attenzione. Nessuno chiede: quanto costa? Dove troviamo soluzioni meno care, ma comunque buone? Accade invece il contrario: verso fine anno occorre spendere perché il preventivo lo prevede. Non sorprende quindi la situazione precaria dei conti statali. Giudico tuttavia positivo che la Confederazione si sia almeno dotata di un nuovo modello contabile.

2. Obiettivi politici primari
Gli obiettivi politici primari sono:

il mantenimento della sovranità e della libertà d'azione;
un bilancio pubblico in buona salute e la crescita economica;
la sicurezza interna ed esterna;
una politica in materia di stranieri conforme ai nostri interessi.

2.1 Il mantenimento della sovranità e della libertà d'azione
Considero un successo che il Consiglio federale non annoveri più l'adesione all'Unione europea tra gli obiettivi strategici. Nondimeno il Governo, l'Amministrazione e il Parlamento continuano a darsi da fare in vista di un'adesione, benché il popolo abbia respinto l'iniziativa in merito (2001) con il 77 per cento dei voti. A tal proposito è cambiato ben poco.

2.2 La sicurezza interna ed esterna
Attualmente la Svizzera non corre il rischio di subire attentati terroristici, ma rischia di essere sfruttata dal terrorismo internazionale come base di addestramento e nascondiglio di cellule dormienti. Il principio della neutralità offre la migliore protezione contro il terrore globale. È stata intensificata la cooperazione con i servizi di polizia europei. Stiamo potenziando la prevenzione della violenza (ad es. in occasione di manifestazioni sportive). Resta comunque troppo elevata la quota di reati commessi da cittadini stranieri. Ecco perché la gestione della migrazione deve prestare maggiore attenzione alla provenienza e ai numeri: è l'unico modo per garantire il successo dell'integrazione. La revisione della legislazione in materia di stranieri e di asilo costituisce un passo nella giusta direzione.

2.3 Un bilancio pubblico in buona salute
Appena eletto nel Consiglio federale, il mio obiettivo dichiarato era di intervenire con determinazione sull'evoluzione delle spese, dei costi e delle imposte.

All'atto concreto si tratta di risanare i conti statali, di tagliare le spese e le imposte, di ridimensionare il debito pubblico e di ridurre l'attività statale ai compiti primari. Lo scopo è di permettere all'economia di prosperare e di premiare il successo e la responsabilità individuale.

Ho sostenuto con grande impegno la riduzione dei costi, delle imposte e degli oneri, indispensabile alla crescita economica e alla competitività della Svizzera.

Nel Programma di legislatura 2005, il Consiglio federale si prefigge di creare migliori condizioni quadro per l'economia e la competitività.

Purtroppo non sono ancora riuscito a intervenire sulle finanze federali. Stiamo vivendo al di sopra dei nostri mezzi e ci stiamo indebitando alle spalle delle generazioni future.
I tagli alle spese sono stati modesti.
Ai costi viene riservata maggiore attenzione. Buoni risultati sono stati realizzati anche nel DFGP, che fungerà da precursore soprattutto per quanto riguarda gli effettivi, i costi e il piano finanziario.
Il successo registrato sul piano della politica economica è piuttosto scarso. Se non altro il Consiglio federale non ha preso decisioni clamorosamente sbagliate né deciso nuovi pesanti interventi.

2.4 Una politica coerente in materia d'asilo
Mi rallegra constatare che oggi è possibile parlare e discutere apertamente degli abusi in materia d'asilo. Finalmente si è ammesso che il diritto d'asilo è soggetto ad abusi in grande stile e va revisionato quanto prima. È un parere condiviso dal Consiglio federale, che ha pertanto approvato parte dei giri di vite necessari. (cfr. n. IV "Il bilancio nel DFGP").

3. Distensione positiva
Mi rallegro inoltre della mentalità politica fortemente mutata. La situazione si è distesa volgendo in meglio.

Ne è un esempio il funzionamento del Governo. È cambiato il modo di comunicare tra di noi. Questo rende la politica più aperta e trasparente per i cittadini, che riescono a meglio comprendere le decisioni prese.
I problemi sono discussi in maniera più diretta. Espressioni tipo "falso invalido" sono usate da tutti i partiti e dal pubblico per descrivere un problema reale, esistente.
È più difficile estromettere chi la pensa diversamente, anche in seno al Consiglio federale.
La realtà è più forte dei tentativi di repressione operati dalla stampa di tendenza e dalla political correctness.

IV Il bilancio nel Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP)

1. I primi passi verso il ridimensionamento dell'apparato statale
Ho assunto questa carica con la ferma intenzione di imporre un'attiva attenzione ai costi all'interno dell'Amministrazione, anche nelle piccole cose.
In vece di una riforma statale in grande stile, che comporta il rischio di gonfiare ancora di più l'apparato burocratico, occorre avviare un'ampia riforma amministrativa. Ai cittadini dev'essere garantito che ogni prelievo fiscale viene impiegato in modo opportuno. A tale scopo è necessario semplificare l'iter decisionale, spesso molto intricato, e ottimizzare la conduzione dell'Amministrazione (cfr. allegato 3.1 Riforma amministrativa).

2. Dipartimento federale di giustizia e polizia - successo nei settori delle finanze e del personale
Il preventivo per il 2004 del DFGP totalizzava 1,493 miliardi di franchi. Il risultato finale evidenzia un risparmio di 60 milioni. Le spese per il 2005 potranno essere ulteriormente ridotte, nonostante gli aumenti salariali e le esigenze legali supplementari.
Al 30 novembre 2004, gli effettivi del DFGP risultano ridotti di 110 unità rispetto al 31 dicembre 2004. Per contro, nello stesso periodo, si sono aggiunti 59 posti nuovi per il Progetto Efficienza (decisione presa prima del 1.1.2004 ).

3. Primi successi nella politica d'asilo - i problemi permangono
L'obiettivo di ridurre il numero delle domande d'asilo è stato raggiunto. Il calo si è protratto anche in autunno, periodo in cui di solito si registra un aumento. Nell'ottobre del 2004 le domande presentate erano meno di 1 000, in novembre meno di 900 (883). Da aprile di quest'anno la Svizzera registra il calo più marcato.

Nota: per la Gran Bretagna le cifre sono state prese in considerazione fino a settembre 2004
Fonte UFR

Tale contrazione delle domande presentate in Svizzera è riconducibile ai fattori seguenti.

Si sono raccorciati i tempi di disbrigo perché è aumentato il numero delle decisioni emanate nei quattro centri di registrazione della Confederazione.
Dal 1° aprile 2004 non percepisce più l'aiuto sociale chi ha ricevuto una decisione di non entrata nel merito.
Gli allontanamenti sono eseguiti con maggiore coerenza.

Tuttavia continua a porre grossi problemi l'identificazione dei richiedenti. Anche quest'anno infatti l'80 per cento circa dei richiedenti non ha prodotto documenti al momento di presentare la propria domanda, mentre l'80 per cento dei rifugiati riconosciuti dispone di documenti d'identità. Sono poi stati conclusi vari nuovi accordi di riammissione.

4. Riforma giudiziaria sulla buona strada
Un gruppo di lavoro presieduto dal DFGP è riuscito a risolvere i problemi legati alla legge sul Tribunale federale.
Il Tribunale penale federale di Bellinzona ha iniziato la sua attività con effettivi ridotti, dal momento che non è ancora nota la mole di lavoro. La costruzione di un nuovo stabile è sospesa fino alla primavera del 2005.

VI Gli obiettivi per il 2005

L'obiettivo primario per il 2005 è di trasformare la mentalità politica.

In primo luogo occorre analizzare a fondo un problema, altrimenti è impossibile trovare una buona soluzione. A tale scopo è necessario guardare in faccia la realtà nuda e cruda e disporre di un ventaglio di proposte alternative finalizzate a risolvere il problema. Tale modo di procedere non ha niente a vedere con destra o sinistra o altre ideologie. Occorre rendere il problema trasparente e accessibile a tutti perché la gente diventi ricettiva e accetti nuove soluzioni. È garantita la massima compartecipazione.

Preparare l'Amministrazione alla conduzione, allo svolgimento dei mandati e ai processi decisionali, al fine di realizzare l'obiettivo primario.
Rafforzare l'attenzione ai problemi e l'apertura mentale in seno all'Amministrazione.
Maggiore attenzione ai costi in politica e nell'Amministrazione.
Al servizio dei cittadini e non dell'Amministrazione.
L'Amministrazione è al servizio dei cittadini e non vice versa.
Ridurre le spese federali e cantonali.
È indispensabile per contenere imposte, oneri e premi. Il denaro deve restare presso l'economia e i cittadini, e non perdersi nei meandri dello Stato assistenziale.
Confederazione: nessun aumento di entrate e uscite!
Perché siamo convinti che l'economia può crescere soltanto in un contesto finanziario sano.
Aumentare la pressione sui costi.
Nel DFGP stiamo esaminando i settori delle risorse (informazione, informatica, personale, finanze, logistica) allo scopo di concentrarci sui compiti assolutamente indispensabili.
Il DFGP funge da esempio riducendo i costi anche nel piccolo!
Gli istituti facenti capo al DFGP devono potenziare la propria redditività. L'Istituto federale della proprietà intellettuale (IPI) dovrà rinunciare al contributo di 3 milioni di franchi finora versato dalla Confederazione.
Politica d'asilo.
La legislazione inasprita è messa in pratica con coerenza. Il blocco dell'aiuto sociale va esteso a tutti i richiedenti senza diritto di soggiorno. Il prossimo passo consiste nell'eseguire in modo coerente le decisioni d'asilo.

Un anno in Consiglio federale