Frenata dalla debolezza del dollaro, dal raffreddamento della crescita nella zona euro e dalla situazione sfavorevole sul mercato del lavoro, la congiuntura
svizzera sta perdendo slancio. Da vari indicatori congiunturali si rileva un rallentamento della crescita del PIL nella prima metà dell'anno 2005. Non si delinea tuttavia un forte raffreddamento, né una stagnazione. Il gruppo di esperti prevede per il 2005 una
crescita economica dell'1,5%, dopo l'1,8% del 2004.

Per quanto concerne le condizioni quadro dell'economia mondiale, restano positive le prospettive congiunturali per gli
USA, anche se non più così sostenute dagli impulsi  espansivi della politica fiscale e monetaria. Meno rosea si presenta invece la situazione nella
zona euro, la cui crescita si è sensibilmente rallentata nella seconda metà del 2004 in seguito a minori impulsi delle esportazioni in una congiuntura interna poco vivace. Nell'immediato non si intravedono segni decisivi di ripresa, sebbene alcuni indicatori precursori abbiano registrato recentemente i primi miglioramenti. Qualora si mantenga il forte valore dell'euro rispetto al dollaro, senza però un ulteriore apprezzamento, la congiuntura all'interno della zona euro dovrebbe consolidarsi gradualmente. Per quanto riguarda
i prezzi del petrolio, si suppone che nel 2005 e 2006 resteranno a un livello relativamente alto di 40 dollari americani (al barile di brent), ma senza aumentare ulteriormente, come nel 2004, anno in cui l'aumento ha avuto ripercussioni negative sulla congiuntura mondiale.

Il lieve rallentamento della crescita in Svizzera dovrebbe toccare nel 2005 tutte le principali
componenti della domanda. Considerati i modesti impulsi dall'Europa e la debolezza del dollaro, subirà un ridimensionamento l'aumento finora vivace delle esportazioni, benché queste ultime rimangano un importante pilastro della crescita. Gli investimenti nell'edilizia e nei beni di equipaggiamento dovrebbero aumentare meno sensibilmente rispetto allo scorso anno, nonostante i tassi d'interesse restino bassi. Il consumo privato viene contenuto in un primo momento dalla sfavorevole situazione sul mercato del lavoro, tuttavia dovrebbe riuscire a mantenere una crescita positiva. Considerata la modesta dinamica congiunturale e la diminuzione del caro petrolio, l'
inflazione dovrebbe restare a livelli bassi (attorno all'1%). In presenza di questo scenario relativo alla congiuntura e al rincaro, si può presupporre che i tassi d'interesse straordinariamente bassi sul mercato monetario e dei capitali aumenteranno solo minimamente negli anni 2005 e 2006, continuando così a sostenere la crescita.

Con il presupposto di una crescita più sostenuta in Europa, anche in Svizzera
l'aumento del PIL nel 2006 dovrebbe riuscire a raggiungere una media annua dell'1,8%. Sebbene una crescita di quest'ordine sia superiore alla tendenza degli ultimi venti anni, essa resta piuttosto modesta se vista come fase di ripresa successiva alla stasi tra il 2001 e il 2003.

Non è da prevedere per l'anno in corso un rapido e marcato miglioramento del
mercato del lavoro. Dall'autunno 2003 il tasso di disoccupazione destagionalizzato resta pressoché stabile sotto il 4% e, sulla base degli indicatori precursori a breve termine dell'occupazione (posti vacanti), si notano solo i primi segni di una lieve ripresa. Il gruppo di esperti prevede per il 2005 una quasi stagnazione dell'occupazione (equivalenti a tempo pieno), che implica, dato il costante sviluppo di attività a tempo parziale, un leggero aumento del numero complessivo di posti (a tempo pieno e parziale). Si prevede un lieve calo del tasso di disoccupazione rispetto alla media annua del 2004 (dal 3,9 al 3,7%), che tuttavia dovrebbe riflettere in parte maggiori rinunce all'impiego (p.es. formazione e perfezionamento, pensionamenti anticipati). Tutto sommato per il 2005 si prevede che la crescita economica non sarà sufficiente a migliorare la situazione sul mercato del lavoro con maggiore occupazione.

Soltanto per il 2006 si può supporre che una crescita economica un po' più marcata determini un aumento più spiccato dell'occupazione e una riduzione più pronunciata del tasso di disoccupazione. Secondo il gruppo di esperti, non ci sono finora segni tangibili di uno sganciamento durevole del mercato del lavoro dalla congiuntura. La debole reazione sul lato dell'occupazione del 2004 è riconducibile soprattutto a fattori transitori: un forte aumento della produttività lavorativa non inusuale in questa fase del ciclo (a seguito di una migliore ripartizione dell'organico), nonché un'esitazione in molte imprese a reclutare nuovo personale in seguito ai primi segni di rallentamento della congiuntura nella seconda metà dell'anno.

Berna, 28 gennaio 2005

Segreteria di Stato dell'economia SECO
Comunicazione

Per ulteriori informazioni:
Aymo Brunetti
tel. +41 (0)31 322 21 40

Bruno Parnisari
tel. +41 (0)31 323 16 81

Lieve raffreddamento della crescita nel 2005