Il Consiglio federale dispone ulteriori misure a favore delle vittime del conflitto siriano

Berna, 06.03.2015 - Venerdì il Consiglio federale ha disposto misure per sostenere ulteriormente le vittime del conflitto siriano. Oltre ai 128 milioni di franchi già versati dallo scoppio del conflitto, intende infatti potenziare l’aiuto in loco con altri 50 milioni di franchi. Nei prossimi tre anni il Consiglio federale vuole inoltre concedere l’entrata in Svizzera in linea di principio a 3000 persone bisognose di protezione provenienti dall’area di crisi.

La crisi in Siria imperversa da quattro anni e non accenna a ridimensionarsi. Le conseguenze sono devastanti: oggi i Paesi limitrofi della Siria ospitano oltre 3,8 milioni di rifugiati e la stessa Siria conta oltre 7,6 milioni di sfollati interni. Circa 16 milioni di siriani necessitano di soccorsi d’emergenza e i Paesi confinanti con la Siria stanno esaurendo le risorse necessarie a garantirne l’approvvigionamento. Dall’inizio del conflitto, oltre 200 000 persone hanno chiesto asilo in un Paese europeo.

Alla luce di questa catastrofe umanitaria, nel gennaio 2015 il Consiglio federale ha commissionato un esame al Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) e al Dipartimento federale di giustizia e polizia (DFGP): il DFAE ha valutato in che misura fosse possibile potenziare l’aiuto umanitario in loco ridistribuendo le risorse disponibili, per fornire un’assistenza quanto possibile efficace ai profughi; il DFGP invece ha esaminato le condizioni alle quali la Svizzera può offrire protezione ad altre persone bisognose di protezione che si trovano nell’area di crisi.

Aiuto in loco potenziato di 50 milioni di franchi
Quale misura urgente, la Svizzera ha deciso di aumentare i fondi umanitari destinati alla popolazione siriana direttamente colpita: oltre a quelli già previsti per il 2015, pari a 30 milioni di franchi, saranno stanziati 20 milioni di franchi per la protezione e l’aiuto. Circa la metà di questi 50 milioni è destinata a potenziare l’aiuto alla popolazione colpita direttamente in Siria, l’altra metà nei Paesi confinanti. Oltre all’erogazione di aiuti in denaro e in natura ai partner umanitari – CICR, organizzazioni umanitarie delle Nazioni Unite e ONG – è prevista la realizzazione di altri progetti, per esempio nel settore dell’istruzione: la Svizzera ristrutturerà infatti scuole giordane e libanesi che accolgono nelle lezioni bambini siriani. Altri periti tecnici del Corpo svizzero di aiuto umanitario, tra cui specialisti dell’edilizia che organizzano alloggi per i profughi, saranno poi aggregati alle organizzazioni partner delle Nazioni Unite. La diplomazia umanitaria e la promozione del coordinamento internazionale degli aiuti rappresentano infine un altro importante elemento del piano di aiuti.

Considerate le esigenze, inoltre, la Svizzera potenzierà in Siria e nella regione circostante le iniziative volte a migliorare le condizioni di lavoro dei migranti. Il sostegno ai Paesi limitrofi è finalizzato a migliorare le loro capacità, ad esempio nel campo dell’approvvigionamento idrico, dove si cercherà di gestire le risorse in modo più sostenibile. Insieme all’aiuto umanitario di 50 milioni di franchi per la popolazione direttamente colpita, si prevede che nel 2015 la Svizzera destinerà un totale di 80 milioni di franchi alla regione, seguendo il principio secondo il quale l’aiuto in loco è il più efficace e va considerato prioritario.

Accogliere ulteriori rifugiati
Il Consiglio federale ha inoltre deciso di offrire protezione in Svizzera in linea di principio ad altre 3000 persone sull’arco di tre anni. Quest’anno si prevede di accogliere le prime 1000 persone al massimo; in autunno, però, il Consiglio federale analizzerà e valuterà nuovamente la situazione nel conflitto siriano. Sono previsti due tipi di accoglienza.

Da un lato s’intende accogliere 2000 persone bisognose di protezione nel quadro di una rilocazione a lungo termine (resettlement): tale programma pluriennale, parallelo al progetto pilota avviato nel 2013, si svolgerà in stretta collaborazione con l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (ACNUR). I profughi siriani saranno riconosciuti come rifugiati e non dovranno quindi seguire la procedura d’asilo ordinaria. Secondo il piano dell’ACNUR le persone in questione sono particolarmente bisognose di protezione.

Ad altre 1000 persone bisognose di protezione s’intende concedere un visto umanitario affinché possano entrare in Svizzera in modo sicuro: il programma si rivolge esplicitamente ai parenti stretti (coniugi e figli minorenni) di profughi già ammessi a titolo provvisorio.

La Segreteria di Stato della migrazione pianifica l’attuazione di tale programma umanitario in stretta cooperazione con l’ACNUR e con i Cantoni e prevede di portare a termine i preparativi per la fine di maggio. Nel selezionare le persone da ammettere, la Svizzera svolgerà ampi accertamenti a tutela della sicurezza del nostro Paese.

Soluzione europea
Il Consiglio federale si è inoltre espresso in favore di un’azione concertata a livello europeo. Il programma d’accoglienza svizzero andrebbe per quanto possibile inserito in una soluzione congiunta su scala europea. La Svizzera potrebbe parteciparvi in proporzione nel quadro del contingente complessivo autorizzato dal Consiglio federale.


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